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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Uomini e donne della storia di Verona: Scipione Maffei

È stato ufficiale dell'esercito, drammaturgo e autore di diversi trattati i cui argomenti spaziavano dalla scienza, la letteratura, la teologia e anche la stregoneria

A lui si deve la nascita del Museo lapidario di Verona che oggi porta il suo nome. Ed è intitolato a Scipione Maffei anche il liceo classico veronese, il più antico d'Italia (1807). 

Scrivere chi fosse il marchese Scipione Francesco Maffei non è cosa facile. È stato un ufficiale dell'esercito, un drammaturgo e l'autore di trattati su diversi argomenti, dalla politica alla matematica. Nel 1732 fu anche l'autore di una sorta di enciclopedia sulla storia, i monumenti e i personaggi illustri della sua città dal titolo "Verona illustrata".

Scipione Maffei è un figlio illustre della città di Verona, dove nacque nel 1675. La sua formazione avvenne in giro per l'italia, tra Parma, Firenze, Napoli e Roma. Nella città eterna, Maffei entrò a far parte di una cerchia di intellettuali e si distinse per i suoi scritti. 

La sua breve carriera militare si sviluppa nei primi anni del '700, quando combatte insieme al fratello nelle truppe franco-bavaresi. Partecipò alla battaglia di Donauwoerth e alla difesa di Monaco, prima di tornare in Italia e di dedicarsi interamente allo studio e alla scrittura.

Contribuì alla nascita del Giornale de' Letterati d'Italia, non proprio un progetto editoriale chiaro, ma comunque un punto di riferimento a cui collaborarono molti intellettuali.

Oltre ai trattati, che oggi avrebbero trovato spazio negli scaffali della saggistica delle librerie, l'opera artistica che lo ricoprì più di onore fu la tragedia "Merope", rappresentata più volte a Verona, Venezia, Modena e tradotta in sette lingue. Fu scritta di getto nel 1713 e fu messa in scena per anni da diverse compagnie teatrali. Proprio quest'opera fu anche il motivo di un litigio tra Maffei e un'intellettuale francese che aveva messo in scena una sua versione della "Merope". L'intellettuale in questione è Voltaire.

Con poca fortuna cercò di riformare prima l'Università di Padova e poi quella di Torino e l'ultima battaglia che intraprese da intellettuale fu contro la stregoneria e la magia, da Maffei ritenute come mera illusione. Prima di questa si dedicò allo studio dei fulmini, ad una diatriba con papa Benedetto XIV sui prestiti di denaro che il pontefice non vedeva di buon occhio, e anche di politica con l'opera "Consiglio politico" del 1737 in aperto contrasto con la politica della Repubblica di Venezia.

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