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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Uomini illustri della storia di Verona: l'architetto Michele Sanmicheli

Muove i suoi primi passi da architetto nel Lazio, dopo essersi formato a Roma. La sua eredità non è fatta solo di opere, ma anche di quel gusto che poi ha influenzato un altro genio veneto, il Palladio.

Nato a Verona nel 1484 perché la sua famiglia ci si trasferì, altrimenti sarebbe nato sul Lago di Como e chissà che vita avrebbe vissuto. Probabilmente però le sue aspirazioni non sarebbero state diverse, dato che è nella sua famiglia di muratori e architetti che cominciò la sua formazione, poi perfezionata a Roma.

La sua vita da architetto comincia lontano da casa, nella seconda decade del 1500, con collaborazioni per edifici sacri come il duomo di Orvieto e il duomo di Montefiascone, nel Lazio. A Orvieto si dedica anche alla costruizione di palazzi, attività che gli darà più soddisfazioni quando tornerà a Verona, dopo il sacco di Roma avvenuto nel 1527. Nel frattempo, il genio eclettico di Sanmicheli gli permette di lavorare anche agli edifici militari dello Stato Pontificio in Emilia-Romagna.

Diventa architetto militare della Repubblica di Venezia, con cui collabora per progettare e rafforzare le fortificazioni in tutto il territorio, partendo da Verona, fino ad arrivare a quelle che adesso si trovano in territorio croato come a Zara e addirittura nelle isole greche di Corfù e Creta. 

Nel frattempo si dedica anche ad edifici civili e religiosi. Senza Sanmicheli, Verona non potrebbe vantarsi di avere strutture così belle e funzionali come Porta Nuova, Porta San Zeno e Porta Palio, ma anche Palazzo Canossa e Palazzo Bevilacqua in corso Cavour. E alcune sue creazioni purtroppo sono state distrutte, come il Ponte Nuovo, che non ha resistito all'inondazione del 1882, oppure il Lazzaretto, di cui restano solo i ruderi dopo la seconda guerra mondiale.

Ma l'eredità del Sanmicheli non è fatta solo di opere, ma anche di idee. Si può dire che alla sua morte, avvenuta nel 1559, l'architettura classicista partita da Roma, si è potuta espandere in tutto il Nord Italia grazie anche al suo contributo. Contributo senza il quale non sarebbe poi potuto nascere un altro genio veneto dell'architettura, il Palladio.

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