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Monumenti storici della città di Verona: le Arche "dimenticate"

Le Arche Scaligere posizionate nell'omonima via della città di Verona sono certamente le più conosciute a tutti, ma non sono le uniche esistenti. Ve ne sono infatti anche altre quattro conservate all'interno dell'odierno cortile del Conservatorio dell'Abaco

Le Arche Scaligere collocate alle spalle dell'ex Cortile del Tribunale sono certamente i monumenti funebri meglio conosciuti e più rinomati, ma la ricchezza artistica della città di Verona è tale da presentarne anche altri esempi di altrettanta bellezza, sebbene non da tutti ricordati. Per ammirare queste "Arche dimenticate" è sufficiente procedere lungo corso Santa Anastasia, giungendo fino al cortile di accesso dell'odierno Conservatorio dell'Abaco, posizionato a fianco della chiesa di Santa Anastasia.

In questo luogo si trovano ben quattro magnifici sepolcri che risalgono al Duecento-Trecento. La prima Arca che è possibile vedere all'altezza dell'ingresso è quella di Guglielmo di Castelbarco, il podestà della città di Verona durante il Duecento. Si tratta di un sepolcro più antico di nove anni rispetto alla maggiormente famosa Arca di Cangrande. Non a caso la prima fungerà anche da fonte d'ispirazione, in quanto a imponenza architettonica e per quel che riguarda la posizione del corpo del defunto, nei confronti dell'Arca del Signore di Verona Cangrande della Scala.

L'Arca di Guglielmo di Castelbarco, detta anche l'Arca Rossa, è composta da quattro colonne che sostengono il ciborio, mentre la tomba è sorretta da due leoni in pietra e presenta scolpita in posizione centrale la figura della Madonna con il bambino, innanzi alla quale si trova lo stesso Guglielmo inginocchiato in segno di obbedienza e devozione. Autore dell'opera è generalmente considerato un importante scultore dell'epoca, vale a dire Rigino di Enrico.

Una volta varcata la soglia d'ingresso del Conservatorio dell'Abaco, è possibile ammirare anche le restanti tre "Arche dimenticate". A cominciare da quella di Guinicello dei principi di Bologna risalente all'anno 1273, ma fatta arrivare a Verona soltanto nel corso del XV secolo, per proseguire poi con quella di un importante e famoso Giurista del XIV secolo, vale a dire Leonardo da Quinti. Infine è presente inoltre l'Arca di Bartolomeo Dussàimi, altra importante figura del periodo scaligero di Verona, ben conservata ed anch'essa attribuita all'opera dello scultore Rigino di Enrico.

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