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Redazione

Questione morale nella Lega, trent'anni dopo

Mariuoli e mele marce, il Carroccio scopre di essere come i partiti della prima Repubblica

Gian Paolo Gobbo, segretario regionale veneto della Lega, ha tirato in ballo la questione morale. Bene. Questo da una parte significa che qualcuno, ai vertici del partito che regge le sorti di gran parte del Nord e tiene sul filo del rasoio il premier, si è reso conto che i mariuoli e le mele marce cominciano ad essere un po’ tanti.

Ma dall’altra parte segna anche il fallimento della Lega, nata dopo le macerie di tangentopoli spaccando in due l’Italia e convincendo milioni di persone di essere l’unica alternativa a “Roma ladrona”. Risultato? La Lega è al governo, più o meno ininterrottamente, da quasi vent’anni. A Roma. E qualche leghista alla guida delle amministrazioni locali del Nord si sta comportando esattamente come i tanto odiati partiti della prima Repubblica.

Questione morale, caro Gobbo? Sì, certo. Purchè sia fatta seriamente. A tutti i livelli. Altrimenti, lasci perdere. Ah, un’ultima cosa: “La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del Paese e la tenuta del regime democratico”. Questo lo diceva Enrico Berlinguer. Era il luglio del 1981. Trent’anni fa.
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