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I veronesi e gli animali, 10 proverbi in dialetto che li riguardano

Il rapporto tra natura e uomo era molto più stretto qualche decennio fa, e questo portava gli animali a ricoprire un ruolo più importante nella società, meritando così una "sezione apposita" anche fra i detti popolari della zona

Decenni fa la vita dell'uomo dipendeva molto di più dagli animali, fondamentali sopratutto in campagna per il lavoro e la produzione di cibo. Questo ha portato le loro figure ad essere inserite all'interno di detti popolari che spesso li vedono come protagonisti principali, mentre a volte le loro caratteristiche vengono "prese in prestito" per descrivere situazioni della vita di tutti o alcuni comportamenti particolari degli stessi uomini. Eccone quindi dieci tra i più famosi. 

  • A lavarghe la testa al molton, se consuma l'aqua e anca el saon;
  • Caval, putana e persegar trent'ani no i pol durar;
  • Da 'n musso no se pol spetarse che peade; 
  • Pitosto che le tarme le magna, l'è mejo che i osei i bècola;
  • Libri, done e cavai no se inpresta mai; 
  • I cojoni del can e i schei del vilan jè i primi mostrà; 
  • Ci da galina nasse, in tera raspa; 
  • Ala de capon, culo de castron e tete de massara l'è na roba rara;
  • L'arcobalen a la matina bagna el beco ala galina; 
  • Luame de porco no luama né canpo, né orto. 

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