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Antiche suddivisioni della città di Verona: i primissimi quartieri della città

Già in epoca romana, le strade facilitavano la divisione in isolati. Ma è soltanto in epoca comunale che appaiono i primi documenti dove si parla di quartieri, a loro volta divisi in contrade

Ai giorni nostri, il Comune di Verona si suddivide in otto circoscrizioni. Sono porzioni numerate di territorio comunale a cui viene concesso un limitato potere, esercitato dai volontari eletti nei consigli di circoscrizione. E quello che attualmente è una circoscrizione nel lontano passato della città non esisteva. Esistevano però altre suddivisioni del territorio, che si potevano chiamare quartieri, contrade, oppure rioni.

Già in epoca romana, il reticolato ortogonale delle vie favoriva la divisione in isolati, a partire dall'incrocio delle due strade principali, il cardo e il decumano. Ma una prima idea di quartieri ci sarà solo in epoca comunale, quando nello Statuto dei Notai di Verona del 1268 vengono elencate alcune contrade. Una suddivisione più precisa si trova negli Statuti Veronesi del 1276. Si legge che la città di Verona è divisa in cinque quartieri, all'interno dei quali sono presenti delle contrade che più o meno facevano riferimento a delle chiese. Quattro sono i quartieri a destra dell'Adige, uno a sinistra del fiume. I quartieri sono: Maiori, Ferri, Capitaneorum, Clavice e Castelli. Non è ben chiaro come siano stati disegnati i confini dei vari quartieri, visto che in alcuni ci sono più contrade che in altri. È probabile dunque che ci siano state delle suddivisioni antecedenti, su cui si è poi basata questa che si può definire la prima ufficialmente documentata.

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