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Monumenti storici a Verona: il ponte Scaligero o ponte di Castelvecchio

Il ponte Scaligero di Verona fu costruito sotto la signoria di Cangrande II della Scala a partire dall'anno 1354. Da allora resistette intatto il trascorrere di cinque secoli, venendo parzialmente menomato dai Francesi nel 1802 e infine distrutto dai Tedeschi in ritirata nel 1945

Il ponte di Castelvecchio è considerato il più rappresentativo esempio di opera architettonica del Medioevo veronese. Noto anche con il nome di ponte Scaligero, quest'ultimo venne realizzato a partire dal 1354 e ultimato circa un paio d'anni dopo, sempre sotto la signoria di Cangrande II della Scala. L'autore del progetto non è certo, ma taluni sono propensi a credere che si trattasse dell'architetto veronese Guglielmo Bevilacqua, anche se altri studiosi e storici ipotizzano che si tratti invece di due differenti architetti, Giovanni da Ferrara e Giacomo da Gozo.

La struttura originaria venne costruita utilizzando come materiale per la parte inferiore la pietra, mentre le restanti parti furono realizzate in cotto come del resto è tipico per tutto il periodo medioevale veronese. Il ponte resistette intatto per ben 5 secoli, fino a quando i Francesi nel 1802 non eliminarono le merlature per posizionarvi i propri cannoni e mutilarono in parte la torre sul lato della campagna. Ma ad ogni modo la vera menomazione il ponte Scaligero si trovò a subirla durante il secondo conflitto mondiale. Durante la ritirata dei Tedschi il 24 aprile del 1945 anche il ponte di Castelvecchio venne fatto saltare, al pari del più antico ponte Pietra.

ponte scaligero castelvecchio prima della ricostruzione-2

Esattamente come quest'ultimo, anche il ponte Scaligero durante il dopoguerra venne ricostruito grazie alla volontà di tutta la città di Verona e l'impegno speciale assunto dalla Soprintendenza guidata all'epoca da Piero Gazzola. La decisione fu anche in questo caso quella di ricostruire la struttura cercando di ripristinare la situazione precedente alla sua distruzione.

Il tutto fu reso possibile grazie anche alla documentazione fotografica disponibile che permetteva di rapportarsi visivamente all'originale conformazione del ponte. I lavori partirono verso la fine del '45 con lo sgombero dei blocchi dal letto del fiume e, oltre a Piero Gazzola, presero parte ativa al progetto anche l'architetto veronese Libero Cecchini e l'ingegnere Alberto Minghetti. Furono recuperati alcuni conci in pietra ancora intatti e dunque ricollocati al loro posto, mentre per le parti mancanti fu comunque possibile risalire alla cava dove le pietre vennero originariamente estratte nel Medioevo, in San Giorgio della Valpolicella, e lì rifornirvisi per l'opera di ricostruzione. 

Ponte di Castelvecchio, Verona-2

 Sempre su progetto dell'architetto Libero Cecchini, vennero poi realizzate le ghiere esterne delle tre arcate, utilizzando i marmi provenienti sempre dalla Valpolicella. Le operazioni si conclusero soltanto nel 1951. Ad oggi il ponte di Castelvecchio è visibile in tutta la sua magnifica presenza, per una lunghezza di oltre 100 metri e un'ampiezza interna di circa 6 metri. Il percorso pedonale, oggi attraversabile da chiunque, ai suoi due lati è caratterizzato dalla presenza delle tipiche mura merlate a forma di coda di rondine, oltre che da strutture "difensive" quali le feritoie e i camminamenti.

Ponte di Castelvecchio Il vecchio suonatore

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