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"Le donne della spesa", un libro veronese sullo shopping festivo

L’autore è Mattia Deidonè, 26 anni, ora a Venezia ma nato e cresciuto in provincia di Verona dove ha lavorato nel settore della grande distribuzione

Il tema delle aperture delle attività commerciali è al centro di un libro di recente pubblicazione: "Le donne della spesa". L’autore è Mattia Deidonè, 26 anni, ora a Venezia ma nato e cresciuto in provincia di Verona dove ha lavorato nel settore della grande distribuzione. E il libro trae spunto proprio dalla sua esperienza personale.

Lavoravo in un supermercato proprio quando la direzione ha deciso di tenere aperto anche di domenica - ha dichiarato l'autore - Io all'epoca lavoravo solo il fine settimana, ma ho visto gli effetti nefasti che quel provvedimento ha provocato su chi aveva un orario settimanale che superava già quello teoricamente consentito. E soprattutto la scarsa incidenza che ha avuto sull'aumento dell'occupazione. Ho continuato a interessarmi all'argomento anche dopo aver lasciato quel lavoro, ho scritto questo libro e ho aspettato le risposte delle case editrici a cui l'avevo proposto. Dopo più di un anno di silenzio ho deciso di pubblicarlo per conto mio. Ci tengo particolarmente perché penso che sia un modo per tenere accesa l'attenzione su un tema che spesso viene visto come secondario, o è addirittura malvisto dalla maggior parte dell'opinione pubblica che vede ormai come un privilegio acquisito il poter fare shopping anche la domenica. È difficile far loro capire che se un diritto oggi viene tolto ad altri lavoratori, domani potrebbe toccare a loro. E soprattutto che esistono forme alternative per venire incontro ai consumatori senza danneggiare gli operatori del settore.

Il libro si apre con un comunicato della Confesercenti che dichiara che 25mila piccole attività hanno chiuso i battenti nel 2016, anche per colpa della concorrenza sleale dei grandi operatori accentuata da questa norma. Proprio alcuni protagonisti del libro si accorgeranno che nel loro paese i negozi a cui erano abituati stanno scomparendo, inghiottiti dai centri commerciali che ogni legge del settore spacciata per liberalizzazione rende sempre più forti. E alla fine del romanzo è anche presente un confronto con la legislazione in materia dei principali paesi europei.

Vorrei che questo libro potesse servire ad aprire agli occhi anche a chi non vive quella situazione dall'interno: magari leggendo queste pagine, e scoprendo come funziona il lavoro in un supermercato attraverso gli occhi della neoassunta Deborah, si può prendere coscienza di una realtà a cui spesso ci si approccia in maniera superficiale.

L'elemento principale su cui punta il libro è l'idea di famiglia. Una famiglia che, a causa del lavoro, rischia di sfuggire di mano a molte delle protagoniste, ma che alla fine risulterà l'ancora di salvezza per riprendere in mano il proprio destino. Ma famiglia intesa anche come simbolo della dimensione più umana del lavoratore, quella che viene sempre più spesso ignorata. E il messaggio che ne esce è proprio quello che il confronto tra famiglia e profitto a ogni costo dovrebbe risolversi con la supremazia del primo.

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