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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La 17enne Giulia, dall'istituto Guarino Veronese ad Ossining, negli Usa

La ragazza si trova nel paesino a a 40 km da New York grazie ad Intercultura, un'associazione onlus che da 60 anni promuove l'educazione interculturale

Sono molti i ragazzi veronesi di cui andar fieri, simbolo di una nuova generazione che vuole costruire il futuro con le proprie forze. In Italia? All'estero? Poco importa: questi studenti fanno parte di una società liquida, i cui confini non sono altro che le autostrade che li traghettano da un Paese all'altro anche nell'arco di pochi giorni, perché questi giovani sanno essere cittadini italiani, ma anche cittadini del mondo, con passaporto sempre pronto alla mano e tanta voglia di affermare se stessi e i propri talenti.

Fanno parte di questa nuova generazione 45 studenti partiti quest’anno da Verona per trascorrere un periodo di studio e di vita all'estero con Intercultura. Un'esperienza che può durare dalle poche settimane estive all'intero anno scolastico ma che, in ogni caso, aiuta a sviluppare le competenze necessarie per poter avere una marcia in più nella vita lavorativa come in quella personale.
Percorso di crescita possibile anche grazie al ruolo formativo dei volontari di Intercultura che accompagnano passo passo, in ogni fase del percorso, questi giovani cittadini del mondo.

Lo sa bene Giulia, 17enne dell'istituto Guarino Veronese di San Bonifacio che si trova a Ossining, nello stato di New York, per 10 mesi.

Sono ormai due mesi e mezzo che sono partita all'avventura per il viaggio più indimenticabile e costruttivo di sempre - ha detto - Sono ormai due mesi e mezzo che ho lasciato la mia casa, la mia famiglia e i miei amici per buttarmi e immergermi completamente in una nuova cultura, in un nuovo paese e in una nuova lingua. Ricordo con un grande sorriso il giorno in cui sono arrivata all'aeroporto di New York, quando ho abbracciato la mia nuova famiglia, persone estranee che da lì in poi per un anno intero sarebbero diventate la mia mamma, il mio papà e mia sorella. Mi trovo in un piccolo paese chiamato Ossining, a 40 km da New York City. La mia famiglia è composta dal papa ospitante di nome Mark, dalla mamma ospitante di nome Nancy e dalla mia sorella tedesca di nome Paula. Ho iniziato la scuola, ho coronato un sogno ovvero quello di avere il classico armadietto americano che ogni studente possiede. Una cosa divertente è che i primi giorni era impossibile aprirlo e ora riuscirei a farlo ad occhi chiusi. Durante la stagione autunnale ho fatto parte della squadra di nuoto della scuola ed è stata un’esperienza bellissima perché mi ha sorpreso lo spirito di squadra e il sostegno che ci siamo date durante le competizioni e i duri allenamenti. Un consiglio che posso dare per legare e fare amicizia è quello di far parte di qualche clubs o praticare sport! Ho mangiato i primi deliziosi hamburger americani, ho visitato New York City, sono andata alla prima partita di football, ho partecipato alla spirit week e all’homecoming della scuola. Questi mesi mi hanno vista crescere, maturare e conoscermi molto e una cosa che mi diverte immaginare è vedermi davvero cresciuta e cambiata alla fine di questi 10 mesi. Una sensazione che sto provando solo in questi mesi è il fatto di sentirmi forte e orgogliosa di me stessa come mai prima d'ora. Sento come se nulla e nessuno potesse fermarmi o fare paura. Non vedo l’ora di continuare la mia esperienza, e di vedere cosa il futuro ha in serbo per me!

Giulia dimostra, nel suo racconto, di essere nel pieno processo dello sviluppo delle competenze interculturali necessarie per comunicare e comportarsi in modo appropriato quando si interagisce con una persona o un gruppo di persone di un background culturale diverso dal proprio. Queste competenze sono attitudini, conoscenze e abilità che determinano lo sviluppo di flessibilità, capacità di adattamento, visione etnorelativa del mondo ed empatia, nonché la capacità di comunicare e comportarsi in modo appropriato durante un’interazione interculturale.

Come Giulia, sono più di 2.200 gli studenti partiti nel 2018 con Intercultura, e di questi, 1.700 lo hanno potuto fare con una borsa di studio totale o parziale - spiega Stefano Ambrosini, presidente del centro locale di Intercultura Verona - Questi ragazzi sviluppano in pochi mesi una consapevolezza di sé e del mondo che li circonda che non è paragonabile a quella dei loro compagni che rimangono in Italia. Un'esperienza così forte, vissuta negli anni in cui i ragazzi sono più malleabili e aperti al diverso, trasforma i nostri giovani in cittadini del mondo in grado di creare un futuro di pace per la comunità globale.

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