rotate-mobile
Blog Borgo Trento / Piazzale Castel San Pietro

Miti e leggende della città di Verona: la congiura a Castel San Pietro

È l'evento che portò alla morte del re longobardo Alboino per mano dell'eroe Peredeo, aiutato dalla moglie di Alboino, Rosmunda

Sul re dei longobardi Alboino sono state scritte e dette tante storie di cui è difficile verificare l'autenticità. La sua figura nel tempo è dunque diventata leggendaria, oltre ad ispirare diverse opere artistiche, sia letterarie che figurative. Le sue vittorie belliche alimentano la sua fama, senza dimenticare il fatto che Alboino è stato anche re d'Italia dal 568 al 572, nonostante il suo regno fosse concentrato solo nella parte settentrionale dello Stivale.

Ma l'aurea di leggenda che aleggia su re Alboino è soprattutto legata alla sua morte che dovrebbe essere avvenuta a Verona, a Castel San Pietro. Alboino fu ucciso attraverso una congiura che ha avuto come protagonisti l'eroe gepido Peredeo e la moglie di Alboino, Rosmunda, anche lei gepida. I Gepidi erano un popolo che i longobardi avevano sottomesso e Rosmunda era stata costretta addirittura a bere dal cranio del padre morto, Cunimondo. Fu dunque la vendetta e la voglia di rivalsa ad animare Rosmunda. Pare infatti sia stata lei a spingere Peredeo, che all'inizio era titubante. E per rendere ancor più facile l'assassinio del marito, Rosmunda legò la spada di Alboino al letto, in modo da non potersi più difendere.

La congiura riesce a metà. Alboino viene infatti ucciso, ma i congiurati non riuscirono a prendere in mano il potere e dovettero scappare da Verona e rifugiarsi a Ravenna. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Miti e leggende della città di Verona: la congiura a Castel San Pietro

VeronaSera è in caricamento