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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La chiesa di Sant'Anastasia, la più grande di Verona e il capolavoro del Pisanello

La basilica di Sant'Anastasia è la più grande della città di Verona e fu edificata nell'arco di un paio di secoli a partire dall'anno 1290. Intitolata realmente al compatrono di Verona San Pietro, la chiesa presenta al suo interno anche il capolavoro del Pisanello "San Giorgio e la principessa"

Situata alla fine dell'omonimo corso risalente all'epoca medievale, al tempo dei Romani la via dei sepolcri, la Basilica di Santa Anastasia è la più grande esistente nella città di Verona. Si tratta del più importante monumento gotico nell'urbe e al suo interno è possibile ammirare una serie di opere d'arte dal valore incommensurabile. L'edificazione della chiesa è collocata dagli storici verso la fine del XIII° secolo, con i lavori che proseguirono all'incirca per duecento anni fino alla consacrazione ufficiale avvenuta nel 1471. La santa cui si fa riferimento è la martire cristiana Anastasia di Sirmio, riconosciuta come tale tuttavia dal culto Ariano, vale a dire quella dottrina trinitaria elaborata dal monaco cristiano Ario, secondo la quale la natura del Cristo sarebbe stata inferiore a quella di Dio padre, e che venne sconfessata e condannata quale eresia durante il Primo Concilio di Nicea nel 325. Non a caso infatti, la Basilica di Sant'Anastasia sarebbe in verità intitolata al compatrono della città di Verona San Pietro, santo e martire venerato dalla Chiesa Cattolica. 

All'esterno dell'edificio, è possibile ammirare la facciata in cotto suddivisa in tre ampie sezioni corrispondenti alle navate che sussistono all'interno. Il portale di pregevolissima fattura, ornato con sculture e pitture, è separato in due parti alle cui estremità superiori campeggiano cinque archi acuti, a sostegno dei quali sono poste una serie di colonne costruite con dei marmi policrimi. All'interno delle lunette è possibile ammirare, in quella maggiore, un affresco del '400 che rappresenta la Santissima Trinità, mentre in quelle minori affreschi della stessa epoca che raffigurano l'arrivo dei Frati Dominicani nella città di Verona. Sempre all'esterno della Basilica sono da rilevare i vari fregi in marmo che decorano con putti e forme vegetali i due lati del portale.

Una volta passati all'interno della basilica, si viene sorpresi dall'imponente solennità del luogo: la forma architettonica dell'edificio è a croce latina, partizionata in tre navate che sono tra loro collegate con delle volte a crociera. A separazione delle tre navate, sono invece disposte una serie di dodici colonne costruite con il caratteristico marmo bianco e rosso veronese e che all'estremità superiore presentano capitelli gotici ornati da motivi floreali. Da notare le due acquesantiere disposte alla base delle colonne della navata centrale, opera quella di sinistra realizzata da Gabriele Caliari, il padre cioè del celebre artista Paolo Caliari detto il Veronese, mentre l'altra disposta sulla destra fu costruita da Paolo Orefice.

Ai lati della Basilica è possibile ammirare una serie di altari che presentano quali decorazioni numerose pale con affreschi e sculture, risalenti a un'ampia frazione temporale che va dal XIV° al XVIII° secolo. Tra i tanti artisti che furono impegnati nella realizzazione di questi capolavori, vale senz'altro la pena ricordare Francesco Caroto, Giovanni Badile, Paolo Farinati, Falconetto, Lorenzo Veneziano e l'Orbetto.

Impossibile poi non citare quella che è sicuramente tra le opere più significative contenute all'interno della chiesa, vale a dire l'affresco San Giorgio e la principessa che fu opera di Antonio Pisano detto il Pisanello. Si tratta di un dipinto che fu realizzato dall'artista tra il 1433 e il 1438, uno dei suoi lavori più importanti, visibile oggi all'interno della Cappella Pellegrini e che costituisce la massima espressione dello stile gotico a Verona, rappresentando l'incanto del mondo cavalleresco. In particolare l'episodio raffigurato si colloca in una fase critica della storia di San Giorgio, rappresentato quest'ultimo, infatti, mentre sale a cavallo per andare ad uccidere il drago che si stava accingendo ad attaccare la città di Trebisonda per divorare la figlia del Re, quella principessa appunto cui si fa riferimento nel titolo dell'affresco.

Pisanello San giorgio e la principessa in Santa Anastasia-2

   

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