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I comici imprevisti del lavoro del giornalista: i due centenari sordi

Un cronista de L'Arena nel settembre 1931 è dovuto andare alla casa di riposo per intervistare un uomo e una donna che avevano compiuto 100 anni. Niente però è andato come previsto

È quel genere di notizie che non tramonta mai. Le si pubblicano oggi, come anche cento anni fa. Forse all'epoca facevano più scalpore, ma anche adesso leggere sul giornale di un uomo o di una donna che compiono 100 anni fa ancora una certa impressione. A volte su pubblica solamente la foto, magari con la torta e i parenti vicini, scrivendo semplicemente due righe con il nome e il cognome del festeggiato. Altre volte, il giornalista riesce a parlare con il centenario o la centenaria, così da scrivere un articoletto un po' più lungo, in cui inserire i ricordi di una vita tanto lunga.

E lo stesso era stato chiesto a un giornalista de L'Arena nel settembre del 1931, quando due ospiti della casa di riposo di Verona, un uomo e una donna, avevano compiuto 100 anni. I quotidiani dell'epoca, ovviamente, erano molto diversi da quelli di oggigiorno. Meno fotografie e tante colonne da riempire con parole. E con due centenari, chissà quanti ricordi si potevano scrivere, quanti aneddoti.

Alla fine, il pezzo è venuto fuori, ma non come ce lo si sarebbe aspettato. Infatti, il giornalista ha dovuto scrivere di non essere stato in grado di parlare con i due anziani perché entrambi erano sordi. Non gli si poteva chiedere nulla. La donna non sentiva assolutamente niente. L'uomo capiva poco e male e alla fine si è messo anche a dare i numeri, e non in senso figurato.

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