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Personaggi sportivi storici di Verona e provincia: il motociclista Bruno Ruffo

Primo campione del mondo della classe 250, ha vinto nella sua carriera 3 titoli mondiali. Viene ricordato per la sua eleganza di guida e per il rigoroso rispetto agli ordini di scuderia

Nato a Colognola ai Colli nel 1920, Bruno Ruffo fin da piccolo ha le moto davanti agli occhi. Suo padre, Augusto, ha un'officina che è anche autonoleggio. Impossibile non capire che la passione del piccolo Bruno siano i motori. A dieci anno sa già guidare moto e auto, ovviamente non le sue, ma quelle dei clienti del papà.

La sua prima moto la riceve per regalo a 16 anni e la prima gara la corre sulla pista di Montagnana. Non potrebbe neanche correrla perché non ha 18 anni, ma riesce ad iscriversi con un documento falso. Arriverà secondo. A 18 anni poi correrà sulla salita delle Torricelle, classificandosi quarto. La sua carriera potrebbe così iniziare, ma scoppia la Seconda Guerra Mondiale e lui la combatterà anche sul fronte russo.

Finita la guerra compra una Guzzi Albatros e comincerà così a legare il suo nome alla casa motociclistica lombarda. Dal '45 al '49 vince gare su gare si laurea più volte Campione Italiano. Nel 1949 è il primo campione del mondo della classe 250. L'anno successivo vince in 125 (ma con una Mondial, non con una Guzzi) e nel 1951 rivince con la Guzzi il titolo della 250. 

Nel 1952 cade e s'infortunia così tanto da dover stare fermo per tutta la stagione. Nel '53 tornerà a correre, ma è ancora una volta è una caduta a fermarlo. Dice addio alle moto e dal '55 si dedicherà al corse automobilistiche con la Maserati, cogliendo comunque degli ottimi risultati. Un cappottamento a 200 km/h che avrebbe potuto costargli la vita nel '58 lo convince ad abbandonare definitivamente le corse.

Morirà a Verona nel 2007, dopo essere stato nominato commendatore dal presidente della repubblica Carlo Azelio Ciampi nel 2003.

Bruno Ruffo ha fatto parte di quella generazione di piloti che nel dopoguerra ha fatto nascere negli italiani la passione per il motociclismo. Viene ricordato per la sua eleganza di guida e per la lealtà alla scuderia. Rispettava ogni ordine di scuderia, anche se questo gli è costato perdere alcune gare.

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