La violenza delle mafie: incontro con un testimone di giustizia
Il Coordinamento provinciale di Libera Verona, il Comitato Fossi di Montorio, l’Albo Nazionale Gestori Ambientali – Sezione Veneto col patrocinio del Comune di Verona hanno organizzato un incontro pubblico col signor Tiberio Bentivoglio, piccolo imprenditore calabrese che si è rifiutato di pagare il pizzo, ribellandosi alle intimidazioni ed alle violenze mafiose. L’iniziativa si terrà il 22 marzo dalle 20.30 presso la sala conferenze Stadio, via Brunelleschi 12.
La testimonianza sarà l’occasione per proseguire il percorso verso il 21 marzo e oltre, affinché alla commemorazione delle vittime innocenti delle mafie si affianchi un impegno civico concreto nel territorio veronese, dove le mafie si sono ormai radicate, come testimoniano i processi in corso (Isola scaligera, Taurus, Casalesi di Eraclea), i numerosi beni sequestrati e confiscati, le interdittive antimafia emesse dal prefetto dott. Cafagna. All’incontro parteciperanno Jacopo Buffolo, assessore alle politiche giovanili, Chiara Stella presidente della 5^ Commissione, Siro Martin, presidente della sezione Veneto dell’Albo Gestori Ambientali, Claudio Ferrari e Rossella Russo per Libera Verona; interverrà il Dirigente Scolastico Avv. Albino Barresi e gli alunni dell'IC Stadio-Borgo Milano accompagnati dai docenti.
«Questa serata completa quanto già iniziato con la serata al Camploy del 6 marzo per lo Spettacolo ‘Ndrangheta – afferma l'assessora alla Sicurezza, Legalità e Trasparenza del Comune, Stefania Zivelonghi -. La promozione della legalità a beneficio di adulti e dei giovani costituisce uno degli strumenti privilegiati per il diffondersi delle buone pratiche. In questo Libera costituisce un punto di riferimento estremamente importante, il cui lavoro è particolarmente apprezzabile anche nei nostri territori».
Gli organizzatori invitano i cittadini a «partecipare per dialogare e riflettere sulle gravi violazioni dei diritti operate dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso, che in Calabria come in Veneto adottano sempre lo stesso approccio, subdolo e violento».