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Mondovisioni di Internazionale ritorna a Verona a settembre

La sua nona edizione, si terrà al Cinema Nuovo a San Michele Extra

Secondo appuntamento di “Mondovisioni” di Internazionale a Verona, nella sua nona edizione, al
Cinema Nuovo a San Michele Extra in via Vincenzo Monti, 7c. Lunedì 13 settembre alle 20.30 si
prosegue la rassegna organizzata da veronetta129
con il sostegno di Heraldo e Prosmedia con il
documentario “The Fever” (Austria, Germania, Svizzera – 2019 – 99 minuti, lingua inglese, luo,
lugandese e mandarino, sottotitoli in italiano), su come poteri e interessi di vario grado, tra
organizzazioni internazionali, filantropia e multinazionali farmaceutiche, stanno gestendo da anni la
grande emergenza sanitaria dimenticata che affligge il continente africano: la malaria.

Moderazione a cura di Stefania Berlasso, collaboratrice di “Heraldo” che dialogherà in sala con
Lucia Dal Negro, fondatrice di De-LAB, società Benefit che si occupa di Business inclusivo.

Come partecipare 

Il biglietto all’ingresso è di 5 euro, ed è possibile prenotare il proprio posto attraverso il portale del
cinema https://cinemasanmichele.com/mondovisioni

“The Fever”

Il docu-film “The Fever”, firmato dalla regista Katharina Weingartner, vuole indagare i diversi
aspetti e le varie soluzioni messe in atto per combattere la malaria. In particolare, osservando come,
nonostante i moltissimi progetti sviluppati per sconfiggere la malattia, in alcuni paesi - specie India,
Africa e sud-est asiatico - questa non è ancora stata debellata. Nella sua indagine, analisi e ricerca,
la regista cerca di trovare - tra la medicina tradizionale cinese, le campagne vaccinali e tra i farmaci
semi sintetici - una possibile soluzione. Incontrando infine diversi ostacoli, specie dalle molte figure
per cui questa soluzione rappresenta una grave minaccia. Katharina Weingartner è una regista e
produttrice radiofonica, attualmente residente a Vienna, dopo molti anni passati a New York. Crea
film e programmi radio, libri e mostre sulla cultura urbana e la politica, il femminismo, la cultura
pop e il consumismo.

«Gli investimenti nei Paesi in Via di Sviluppo sono spesso associati a concetti quali lo sfruttamento
della manodopera, la corruzione, la distruzione delle risorse naturali – spiega Lucia Dal Negro di
De-LAB –. Esistono anche altri modi di fare impresa nel Sud del Mondo. Uno di questi, al confine
con la cooperazione allo sviluppo, si chiama Business inclusivo e si basa sul coinvolgimento dei
locali nella fase di progettazione, realizzazione e distribuzione del prodotto, quest’ultimo pensato
ad-hoc per le esigenze del mercato locale. Innovazione e inclusione si fondono dando vita ad
opportunità di crescita per i locali e per le imprese.»

Un esempio? Kokono™ realizzato da DeLAB in Uganda per proteggere neonati da urti accidentali,
zanzare malariche e soffocamento, e di cui racconterà Dal Negro dopo la proiezione.

«Durante un viaggio a Saigon ho trovato un passaggio nella guida turistica sull'artemisia annua, una
pianta: diceva che si trattava di un rimedio cinese contro la malaria a base di erbe, e che avrebbe
potuto essere la ragione per cui il Vietnam aveva vinto la guerra – spiega la regista Katharina

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