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Enpa: «Il Governo fermi l'uccisione della fauna, ma includa la cura di randagi, colonie feline e gatti liberi»

Coronavirus e attività "vitali", l'appello di Enpa

 Il Governo, nella predisposizione della lista delle attività cosiddette "vitali", deve escludere la “caccia”, in particolar modo i piani di uccisione degli animali selvatici con il pretesto del “controllo” delle popolazioni. Perché nelle prime bozze circolate, la caccia e le “attività connesse” sono in maniera del tutto ingiustificata considerate vitali, quindi autorizzate.

"Se quella lista venisse confermata e impugnare il fucile contro i selvatici fosse considerato vitale per decreto, sarebbe gravissimo", dichiara Carla Rocchi, Presidente Nazionale di Enpa. "È vero che in questo periodo la stagione venatoria è chiusa, ma è anche vero che in molte Regioni si può continuare a sparare grazie a quei piani di controllo che rappresentano una vera deregulation della normativa nazionale: in particolare sono autorizzati gli abbattimenti selettivi della volpe e del cinghiale in violazione delle norme vigenti."

In questa situazione, ci sarebbero centinaia di cacciatori autorizzati a spostarsi in disprezzo di quel distanziamento sociale che viene giustamente imposto.

Chiediamo piuttosto il Presidente del Consiglio dei Ministri Conte di chiarire con forza - come ha già fatto il Ministero della Salute - che è consentita ogni attività connessa alla cura e al soccorso degli animali, dei randagi, delle colonie feline e dei gatti liberi, dei selvatici. I volontari devono continuare a potersi occupare di questi animali senza alcun equivoco e senza lasciare ai Comuni la libera interpretazione della norma. Per questo è necessario che questa specifica attività sia espressamente inserita nel decreto che il Governo sta per varare. Ma la caccia no, proprio no!

Fonte : ENPA - ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI Ente morale, onlus

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