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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Scuola Centro storico / Piazza Bra

Scuola e coronavirus, approvato il decreto. Promosso chi non ha esami

Nessun esame per gli studenti di terza media che però saranno valutati anche sulla base di un elaborato scritto che gli verrà richiesto. Mentre per la maturità è possibile una sola prova orale a distanza

È stato convocato alle 11.30 di questa mattina, 6 aprile, il consiglio dei ministri che all'ordine del giorno ha il decreto legge «sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato». Si tratta del provvedimento con cui il Governo italiano intende gestire la fine dell'attuale anno scolastico e l'inizio del prossimo, tenendo conto che le scuole sono ancora chiuse a causa dell'emergenza Covid-19.
Dopo cinque ore di consiglio dei ministri, il sito internet ufficiale del Governo indica che il consiglio dei ministri di oggi è sospeso. Ma secondo quanto riportato da Today.it, il decreto sulla scuola sarebbe stato approvato.

La data indicata come spartacque è il 18 maggio. Se entro quella data le scuole saranno ancora chiuse, non ci sarà l'esame di terza media ma agli studenti sarà chiesto un elaborato scritto che sarà valutato dal consiglio di classe. L'esame di maturità invece si dovrebbe svolgere a distanza con un'unica prova orale. Mentre, per tutti gli studenti che non devono sostenere un esame, l'ipotesi è di una promozione collettiva.
Per ciò che riguarda i professori, invece, si va verso una conferma degli attuali libri di testo anche per il prossimo anno. Inoltre, il Ministero potrà bandire dei concorsi per l'assunzione del personale docente ed educativo, sempre nel rispetto delle limitazioni imposte dall'emergenza coronavirus. 

La direzione presa dalla ministra dell'istruzione Lucia Azzolina non piace, però, all'assessore all'istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan. «Il problema più grave è il messaggio altamente diseducativo che il Ministro sta dando agli studenti italiani ed ai docenti che tanto si stanno impegnando nella difficile didattica a distanza - scrive Donazzan - Il Ministro Azzolina, lasciando intendere che non si rientrerà a scuola, dice sostanzialmente che non serve studiare né impegnarsi. La scuola veneta ha dimostrato un grandissimo sforzo organizzativo per fare formazione a distanza e trovo sbagliata una promozione per tutti. È come dire ai ragazzi che possono anche non studiare più ed impegnarsi, ed è un messaggio sbagliato anche nei confronti di quei tanti docenti che tanto si stanno impegnando per erogare attività didattica di qualità a distanza.
La Regione Veneto, infatti, ha varato un piano di finanziamenti per sostenere la riconversione dell'attività didattica a distanza nei centri di formazione professionale. Al bando possono concorrere le scuole di formazione professionale accreditate che coprono l'obbligo scolastico. Hanno tempo sino al 10 aprile per presentare un progetto di avvio o implementazione della didattica digitale che abbia una dimensione economica di almeno 4.200 euro. E sono ammessi anche i progetti già avviati, con spese sostenute a partire da inizio febbraio.
Inoltre, sempre la Regione ha posticipato i termini di scadenza per richiedere il buono-scuola. La proroga riguarda sia gli istituti scolastici sia le famiglie. I primi hanno tempo sino al 16 aprile per iscriversi alle procedure di accesso nel sito della Regione e sino al 30 giugno per confermare le domande dei richiedenti. Le famiglie degli alunni delle scuole paritarie, statali e degli enti di formazione professionale, invece, possono presentare domanda, sempre via web, a partire dal 9 aprile e fino alle ore 12 del 12 giugno. Rimane confermata la disponibilità finanziaria di 3 milioni di euro per l’anno scolastico in corso, a sostegno del diritto alla libera scelta della scuola da parte delle famiglie: il contributo regionale è riservato alle famiglie con reddito Isee non superiore a 40 mila euro e, in particolare, a quelle con figli disabili (in questo caso la soglia di reddito sale a 60 mila euro) e ai nuclei più numerosi, con almeno 4 figli o con parti trigemellari.

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