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Salute Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Lo studio dell'Istituto superiore di sanità: le zanzare possono trasmettere il coronavirus?

Le anticipazioni di uno studio di virologi ed entomologi dell'Istituto superiore di Sanità

Sia la zanzara tigre (Aedes albopictus) che la zanzara comune (Culex pipiens) «non sono in grado di trasmettere il virus responsabile della Covid-19». Al loro interno, infatti, il Sars-Cov-2 «non è in grado di replicarsi» e quindi, anche qualora dovessero pungere una persona contagiata, le zanzare non potrebbero poi trasferirlo e inocularlo in un altro soggetto. A scacciare una preoccupazione molto sentita con l'inizio della stagione calda, così come riportato anche dal ministero della Salute, sono i dati preliminari di uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) per valutare, attraverso prove di infezione sperimentale, la possibilità che le zanzare possano esser vettori del nuovo coronavirus.

L'ISS comunica in una breve nota che «i risultati definitivi saranno pubblicati a breve» e forniranno quell’«evidenza sperimentale, finora teoricamente ipotizzata, che permetterà di escludere in modo scientifico il coinvolgimento delle zanzare nella possibile trasmissione del Covid-19, rispondendo in modo chiaro e definitivo alle legittime preoccupazioni legate al ruolo delle zanzare nella trasmissione di numerose malattie».

Come confermato dal ministero della Salute, il Sars-CoV-2 è «un virus respiratorio, che si trasmette da uomo a uomo, principalmente attraverso le goccioline emesse con starnuti o colpi di tosse o portando le mani alla bocca, al naso o agli occhi, dopo aver toccato superfici o oggetti contaminati di recente». Al momento non vi è dunque «alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso insetti che succhiano il sangue, come zecche o zanzare, che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie come la dengue e la febbre gialla». Lo studio condotto dai virologi e dagli entomologi dell'ISS insieme con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha quindi mostrato che il coronavirus Sars-Cov-2 «una volta penetrato all'interno della zanzara attraverso un pasto di sangue infetto, non è in grado di replicarsi e quindi non può essere successivamente inoculato dalla zanzara attraverso una puntura».

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