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Lavoratori sanità in Veneto, Mantoan: «Sistema penalizzante, serve l'autonomia»

Il direttore dell’area Sanità e sociale della Regione Veneto è intervenuto con una serie di puntualizzazioni circa la recente indagine sui lavoratori nella sanità veneta svolta dalla Cgil

Con riferimento all’indagine sui lavoratori del comparto sanità del Veneto, predisposta dalla Cgil, il direttore dell’area Sanità e sociale della Regione del Veneto Domenico Mantoan è voluto intervenire per svolgere alcune puntualizzazioni: «Può essere utile evidenziare - esordisce il direttore - che il calo riguarda in particolare il personale amministrativo e quello del ruolo tecnico (OSS esclusi), maggiormente interessato ai processi di razionalizzazione e accentramento perseguito in questi anni».

Stando a quanto affermato da Domenico Mantoan, invece, «il personale direttamente adibito a compiti assistenziali nello stesso periodo 2014-2017», sarebbe piuttosto andato aumentando «di 341 unità in termini di tempi pieni equivalenti». Il calcolo terrebbe contro del calo del personale infermieristico, comprensivo degli «infermieri generici ad esaurimento», sceso di «124 unità», ma anche della crescita in termini numerici pari a «465 unità» degli «operatori socio sanitari». Non è certo il paradiso, come ammette lo stesso direttore Mantoan che rivela: «È ancora troppo poco rispetto a quanto avrebbe voluto la Regione, ma ricordiamo che per tutto il 2018 era vigente il limite di spesa ancorato al 2004 (-1,4%), che non prevedeva deroghe nemmeno per regioni virtuose qual è il Veneto».

Altra nota dolente del sistema sanitario è certamente quella degli stipendi medi: «Quanto alle retribuzioni medie, - spiega Mantoan - è un dato noto da tempo che i nostri professionisti non hanno retribuzioni adeguate, specie se rapportate a quelle di altre regioni». Tuttavia, il direttore si sofferma anche su un altro aspetto della questione: «Balza all'occhio come, se si escludono le province autonome di Trento e Bolzano e la Valle D’Aosta, le prime quattro regioni per retribuzioni medie siano tutte in piano di rientro e con livelli di erogazione dei livelli di assistenza ampiamente inferiori a quelli del Veneto».

In sostanza, anche per Domenico Mantoan il sistema attuale sarebbe «estremamente penalizzante per chi lavora in Veneto», ma ciò che il direttore dell’area Sanità e sociale della Regione del Veneto rimprovera alla stessa Cgil, è il fatto di aver sottoscritto il recente contratto nazionale che «non ha previsto strumenti per valorizzare i professionisti che operano nelle regioni virtuose né per perequare trattamenti così palesemente differenziati». Ipotesi di soluzione a tali problematiche? Per Mantoan l'unico modo per «incentivare i professionisti della sanità veneta» passa dalla "stretta porta" dell'«autonomia differenziata» del Veneto, un tema sul quale, fa notare ancora polemicamente il direttore, la Cgil avrebbe sinora «dimostrato scarsa sensibilità».

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