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«Il fumo rallenta la guarigione post operatoria e la cicatrizzazione dei tessuti»

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, il dottor Piergiuseppe Perazzini, responsabile dell’Unità di ortopedia e traumatologia della Clinica San Francesco, è intervenuto per spiegare ancora una volta i danni a cui sono esposti i fumatori di sigarette

Quasi 6 milioni le vittime ogni anno a causa dei danni causati dal fumo di sigarette, di queste, secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono 600mila le vittime del fumo passivo. Ogni sei secondi una persona perde la vita a causa della sigaretta e ha la portata di una vera e propria epidemia, fra le peggiori a livello globale, si stima che entro il 2030 i decessi potrebbero raggiungere quota 8 milioni all’anno. In Italia il fumo di tabacco uccide dalle 70mila alle 83mila persone annualmente e oltre il 25% di questi ha un’età compresa tra i 35 e i 65 anni.
Il fumo non è soltanto causa di morte, ma sono diverse e molteplici le complicazioni che scaturiscono dall’uso e dall’abuso di sigarette. Il fumo non è solo causa del tumore del polmone, ma anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche ed è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore. Un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni.

Il fumatore mette a rischio il suo organismo in toto, senza risparmiare nemmeno l’apparato muscolo scheletrico e compromettendo anche la guarigione dei tessuti. Per questa ragione è importante, prima di un intervento chirurgico, che il paziente sia adeguatamente informato sulle possibili complicazioni che si possono riscontrate durante la degenza e quindi la guarigione. «Il fumatore è soggetto ad una guarigione lenta e ad una cicatrizzazione dei tessuti difficile – ha spiegato il chirurgo Piergiuseppe Perazzini, responsabile dell’Unità di ortopedia e traumatologia della Clinica San Francesco -. In generale, il fumo agisce sulla circolazione periferica arteriosa e diminuisce, restringe e rallenta il flusso arterioso del sangue che porta nutrizione ai tessuti questo il motivo per cui la cicatrizzazione dei tessuti ne risente. Il fumo agisce sui fibroblasti, cellule che hanno un ruolo fondamentale nella riparazione e nel rimodellamento tissutale, queste, infatti hanno il compito di formare il collagene. Il fumo ne comporta dei cambiamenti strutturali tali che impedisce loro di portarsi verso le ferite per “ripararle”. Dunque i fibroblasti non si portano al centro delle ferite, restano ai bordi di queste dando vita ad un inspessimento delle cicatrici che diventano così antiestetiche e spesso fastidiose».
Al di là della questione estetica a risentire del fumo passivo sono anche i tessuti più profondi: «La parte muscolare infatti è soggetta a minor trofismo muscolare – ha sottolineato il dottor Perazzini –. Se poi dovessimo analizzare la qualità ossea di un fumatore ci renderemmo conto che esiste una maggiore incidenza, almeno il 40 % in più, di possibilità di fratture. Accade infatti che, l’assorbimento del calcio e degli elementi che compongono l’osso si riduce a causa del fumo passivo, quindi la materia che serve a costruire l’osso viene a mancare e aumenta così il rischio di osteoporosi, di demineralizzazione e quindi il rischio di frattura. Chi fuma mette in serio rischio le condizioni di salute del corpo e le capacità di guarigione, il fumatore soffre più frequentemente di patologie degenerative, lesioni tendinee e anche distorsioni e ha tutti gli effetti i fenomeni di guarigione nei vari distretti del corpo umano sono compromessi. Ultimo aspetto che non deve assolutamente essere sottovalutato è il fattore di rischio di contrarre infezioni. Un paziente che fuma deve essere informato molto bene poiché ha una maggiore possibilità di contrarre infezioni, durante e dopo un intervento chirurgico, rispetto ad un non fumatore».

*I dati riportati appartengono all’Organizzazione mondiale della Sanità e al Rapporto Nazionale sul fumo 2018 del Ministero della Salute

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