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Salute

Cure palliative, ogni anno in provincia di Verona ne usufruiscono circa 10 mila persone

L'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, vista della XXII° "Giornata nazione del sollievo" che si celebra domenica 28 maggio, ha presentato le sue novità per il settore

Sono circa 10.000 ogni anno le persone che hanno bisogno delle cure palliative nella provincia di Verona. Quando un paziente non può più giovarsi di trattamenti destinati alla guarigione, si assiste al progressivo peggioramento dei sintomi che porta a ripetuti ricoveri negli ospedali per acuti. Ma in realtà, spiegano dall'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, queste persone hanno bisogno di un percorso diverso e più idoneo ad accompagnare il fine vita, realizzato attraverso la “cultura del sollievo” che si celebra domenica 28 maggio con la XXIIa “Giornata nazione del sollievo”.

TEAM MULTIPROFESSIONALE E INTERDISCIPLINARE - Coordinato dal dottor Vincenzo Di Francesco, direttore Geriatria A, è nato il gruppo “Help” (Hospital End of Life and Palliative Care) per potenziare e garantire tutti gli aspetti necessari: presa in carico precoce, appropriatezza clinica, continuità delle cure, adeguatezza comunicativa anche con i familiari, continuità con il territorio. Il paziente è preso in carico dall’azienda che ne segue tutte le fasi con un palliativista di riferimento.
Questo team valuta i casi di pazienti terminali oncologici, ma anche i casi di patologie importanti con dolore come le malattie cardiache o polmonari. Si individuano i bisogni sanitari, ma anche psicologici della persona e dei familiari e quelli sociali (sistemazione). Le cure palliative sono quindi cure della complessità, molti attori devono cooperare anche per garantire il setting più adeguato (hospice, domicilio, residenza assistenziale) nella transizione ospedale-territorio, con una rete di cure domiciliari in collaborazione con l’Unità Complessa Territoriale di Cure Palliative dell’Ulss 9 Scaligera.

ALTA SPECIALIZZAZIONE - La sensibilizzazione e la formazione costante in cure palliative del personale sanitario sono diventati un volano motivazionale per cambiamenti, che hanno interessato sia l’ambito clinico sia l’ambito accademico dell'AOUI, premiando un progetto che vede nella formazione la premessa indispensabile per generare cambiamenti stabili ed efficaci:

  • con l’università di Verona è stato attivato, nel 2020, un Master di I Livello in Cure Palliative giunto alla 4^ edizione e frequentato da medici, infermieri e psicologi provenienti da diverse regioni d’Italia per un totale di oltre 100 studenti diplomati;
  • nuova Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative, istituita con decreto legislativo del 20 dicembre 2021, che partirà con il prossimo anno accademico.

IL CONTESTO - La cultura del sollievo è il principio ispiratore della legge 38 del 2010, “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”, che rappresenta la prima vera legge organica nel nostro Paese. La Regione Veneto ha definito i profili dell’assistenza domiciliare sanitaria con la DGR nr. 5273 del 1998, tracciando la strada per la rete territoriale di cure domiciliari.
Le cure palliative sono nate al di fuori delle istituzioni, sotto la spinta di associazioni di volontariato o enti del terzo settore, come ADO, AMO Baldo Garda nell’ambito dell’assistenza ai malati oncologici al domicilio ben prima di quanto la legislazione avesse suggerito. Più recentemente, L’Acero Di Daphne si è impegnata nella diffusione della cultura e della pratica delle cure palliative tra i sanitari e la popolazione.

Alla conferenza stampa di presentazione delle novità riguardanti nel cure palliative, organizzata dall'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, erano presenti: Callisto Bravi, direttore generale AOUI; il professor Giovanni De Manzoni, direttore dipartimento Scienze chirurgiche dell’università; il dottor Vincenzo Di Francesco, direttore UOC Geriatria A e coordinatore team Help; il professor Leonardo Gottin, direttore Terapia Intensiva Cardio Toraco Vascolare e della Scuola di specialità Cure palliative; il professor Roberto Salvia chirurgo del pancreas e direttore del Master universitario; Giuseppe Moretto, neurologo in pensione e responsabile associazione L’Acero di Daphne; e la geriatra Giorgia Fontana.

Queste le dichiarazioni del dg Bravi: «La nostra azienda si candida a far crescere la cultura della vita e il rispetto per i familiari che vanno altrettanto sostenuti. La sanità è un diritto mentre la salute e il fine vita sono un dono, percorsi nei quali AOUI si impegna ad alleviare il dolore e a proteggere le fragilità anche con aiuti psicologici. Il nostro sforzo organizzativo interno con il team Help dimostra che la morte non è la sconfitta del medico ma un passaggio della vita da accompagnare adeguatamente. Sono contento delle novità che presentiamo oggi sia per il team ospedaliero che è punto di riferimento anche per le strutture territoriali sia per la formazione che con la nuova Scuola diventa sempre più specialistica».

Il coordinatore team Help, il dottor Di Francesco, ha aggiunto: «Abbiamo convogliato gli interessi e le necessità dei nostri pazienti e dei nostri professionisti che già da tempo si occupano di cure palliative. Con il team HELP ci occupiamo di pazienti che si rivolgono a noi per i loro sintomi, per le patologie, sia che siano alla fine della loro vita, sia che invece stiano affrontando una patologia che comunque ha un impatto molto importante in termini di dolore, di sofferenza e di isolamento. E questo riusciamo a farlo molto bene anche con una integrazione col territorio che, bisogna dire, ha sviluppato molto la sua capacità di ricevere il passaggio di consegne da parte nostra. È in corso il processo di accreditamento della rete locale di cure palliative voluto dalla Regione e che comporta l’uso di procedure che vengono messe in atto affinché il paziente nel suo percorso ospedale, domicilio, hospice, sia sempre accompagnato».

«La formazione del medico palliativista è un passaggio importante della nostra università, che dal prossimo anno accademico avvia questa nuova Scuola di specialità - ha detto il professor De Manzoni -. Abbiamo catalizzato questa esigenza che si completa con l’assistenza qualificata del team ospedaliero Help».

Il professor Gottin, direttore della Scuola di specialità Cure palliative, ha specificato: «Sarà una Scuola di ampio respiro sia per le discipline trattate sia per l’interazione fra le specialità. Tanti pazienti hanno bisogno di cure palliative e la nostra capacità sarà quella di ampliare il campo d’azione e intercettare le singole necessità».

«Nelle 4 edizioni del Master - ha spiegato il dottor Salvia - abbiamo sempre avuto la copertura totale dei 30 posti disponibili, e siamo stati costretti a fare selezione perché le domande sono sempre state il doppio. Il Master è aperto non solo medici ma anche a infermieri e altri sanitari».

«Sono stato 40 anni in azienda ospedaliera occupandomi di cure palliative e adesso sono contento di ritornarci e vedere che sono state investite risorse e sforzi organizzativi per creare una rete funzionale al percorso del fine vita. La qualità dei servizi in questa delicata fase dei malati e dei familiari è molto importante, non solo per le cure erogate. La nostra associazione è impegnata a diffondere la cultura del sollievo e soprattutto la formazione di medici palliativisti», ha concluso il dottor Moretto.

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