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Molti casi sono asintomatici, quindi il virus è mutato e depotenziato. Ma è davvero così?

L'analisi del problema fornita dall'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani

L'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani ha proposto un'interessante analisi circa la situazione attuale relativamente alla pandemia da coronavirus Sars-CoV-2, recuperando un grafico dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, cercando di fornire un'obiettiva risposta ad alcune domande. Tra queste vi è quella ormai piuttosto famosa, il virus si è depotenziato? Molti in queste ore, chi ad alta voce chi di soppiatto, si sono convinti e propongono l'idea che effettivamente il coronavirus Sars-CoV-2 sia diventato più debole col passare del tempo e che questo sarebbe comprovato dal fatto che la stragrande maggioranza dei casi positivi che oggi si stanno riscontrando risultano essere "asintomatici", cioè non producono nei soggetti contagiati effetti sensibili. Analizzando proprio questa valutazione, l'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani giunge invece ad una risposta diametralmente opposta, e cioè: no, il virus non si è affatto depotenziato.

Davide Ederle, il presidente dell'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani, basandosi come detto su un grafico dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ha analizzatto la questione in un lungo post poi ripreso in forma breve dalla stessa associazione. Il grafico in oggetto «spiega perfettamente cosa sta succedendo», vale a dire ciò a cui al momento si sta assistendo secondo i dati epidemiologici disponibili, ma anche «la grande opportunità che abbiamo davanti». Nello specifico il grafico prende a modello i dati relativi ai soggetti pugliesi positivi al virus Sars-Cov-2, mostrando nella parte alta «tutti i positivi» e nella parte bassa «solo i sintomatici». 

Il post Facebook dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco

Quel che si può notare è che nel periodo di picco "marzo - aprile", i due grafici sono pressoché identici. Questo, secondo quanto spiegato dall'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani, «significa che allora riuscivamo a trovare solo persone sintomatiche. Gente che stava male ed entrava nel circuito sanitario. Stavamo reagendo in modo "passivo-reattivo" all'attacco del virus». Come stanno invece le cose adesso?  Osservando il grafico sopra e quello sotto, si nota che «le due curve sono molto diverse» e questo perché «stiamo trovando molti asintomatici e la curva sopra è molto più alta rispetto a quella sotto dei sintomatici». Fin qui cose appunto già dette, ma il tema è come interpretare questa rilevazione: «Cosa significa? - si domanda l'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani - Che stiamo attivamente inseguendo il virus, stiamo andando ad identificarlo anche nei portatori sani (impedendo loro di diffonderlo inconsapevolmente) e nei pre-sintomatici, avendo la possibilità di intervenire al primo insorgere dei sintomi. A questo servivano e stanno servendo le 3T (Testa, Traccia, Tratta). Ma servono anche ad un'altra importantissima cosa: fungere da sistema di allarme precoce». Insomma, secondo questa lettura, ad essere mutato non sarebbe tanto il virus, bensì la capacità delle strutture sanitarie e degli operatori coinvolti di scovarlo ed andarlo a trovare nei vari soggetti, non più solo quando ormai i suoi effetti divengono patenti, ma anche in modo preventivo.

L'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani spiega la questione in termini semplificati recuperando un lessico da "battaglia navale": «È come disporre di un "sonar". Se prima (durante il picco di marzo) si riuscivano a vedere solo i battelli in superficie, o quota periscopio (i malati di Covid-19), ora è possibile avere un'idea (molto più reale) di quanto grande e pericoloso sia tutto quello che sta sotto la superficie (i portatori sani) e che, da un momento all'altro, potrebbe emergere cogliendoci di sorpresa generando nuovi focolai, se non si adottano adeguate contromisure». Cosa ci dicono dunque i dati e le rilevazioni attuali che, come visto, riescono ad incontrare il virus sempre più frequentemente nella sue espressioni individuali asintomatiche o paucisintomatiche? La risposta dell'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani è molto chiara: «Il "sonar", cioè la scienza, oggi ci sta dicendo che il numero di "sottomarini" che ci gira attorno, sottotraccia, sta aumentando. Ci sta dicendo che quanto stiamo facendo per lasciarceli alle spalle non è sufficiente, anzi, guadagnano terreno». Insomma, altro che virus depotenziato, in realtà analizzando i dati la realtà è che la diffusione del coronavirus è tutt'altro che placata. E tuttavia rispetto al recente passato siamo comunque in una situazione differente secondo l'analisi fornita dall'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani: «Abbiamo un vantaggio». Di che si tratta? Molto semplicemente del fatto che il virus «ce lo sta dicendo per tempo», ci sta cioè facendo capire in anticipo che la sua diffusione sta crescendo. Per questo la considerazione dell'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani è che questo sia «il momento di cambiare rotta», lo si dovrebbe fare ora «prima che sia troppo tardi, prima di trovarci circondati nuovamente da periscopi che puntano i loro siluri contro di noi, prima che il numero di sintomatici torni a crescere tanto da rimandare il nostro Sistema Sanitario in tilt». 

In conclusione, dunque, alla domanda fatidica se il virus sia nel frattempo mutato o depotenziatosi, la risposta fornita dall'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani è molto netta: «No, il virus non è mutato, non è clinicamente morto, non è meno pericoloso. Siamo solo diventati più bravi a scovarlo anche in popolazioni asintomatiche. Confondere i due fenomeni può essere fatale». Di qui la valutazione circa il dato dei molti casi asintomatici riscontrati in questa fase: «L'alto numero di asintomatici registrato - spiega l'Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani - è dato anche dall'età media dei contagiati di oggi, che è scesa sotto i 30 anni contro gli oltre 60 della prima ondata. Questo è atteso ed è un bene, perché è noto che nei giovani il virus è meno aggressivo e significa che le categorie a rischio si stanno proteggendo adeguatamente. Bruciare questo vantaggio però è un attimo, basta abbassare la guardia, passare l'idea che sia ormai tutto finito e che questi giovani (asintomatici) possano incontrare i propri genitori, nonni, parenti anziani senza adottare adeguate misure di protezione. Non facciamo questo errore».

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