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Autonomia, Zaia avverte Boccia: «Se la base è l'Emilia non firmo. Rispetti il lavoro di Stefani»

Così il governatore: «Ricordo perché si chiama autonomia "differenziata", perché ogni regione è a sé». E sulla precedente ministra Stefani: «Ha fatto un lavoro strepitoso»

«È emiliana, non veneta. Quindi no. Ricordo perché si chiama autonomia "differenziata", perché ogni regione è a sé». Il governatore del Veneto Luca Zaia, come riportato dall'Ansa, risponde così nel corso di un'intervista al neoministro degli Affari regionali Francesco Boccia, circa l'ipotesi che la bozza emiliana possa essere la base per rilanciare il processo d'autonomia anche del Veneto.

«Noi - spiega Zaia, parlando del Veneto - abbiamo 90mila bimbi che non vanno in scuole per l'infanzia statali, motivo per cui il punto è fra le materie richieste. In Emilia il problema non c'è e quindi il punto manca. Lo stesso vale per il peso che ha il turismo qui rispetto ad altrove. O per le sovrintendenze».

Fra i tre governatori della partita (Veneto, Friuli V.G. e la stessa Emilia Romagna), nelle sue prime uscite pubbliche il neoministro Francesco lBoccia si è rivolto proprio a Luca Zaia, annunciando di volerlo presto incontrare. «Boccia - afferma a sua volta il presidente del Veneto Zaia - lo conosco solo di vista. Penso sia un ministro molto fortunato perché la sua predecessora Erika Stefani ha fatto un lavoro strepitoso di cui, spero, il nuovo ministro avrà rispetto».

«Io non sono contrario all'Autonomia», ha spiegato nelle scorse ore il neomistro alle Autonomie Francesco Boccia che poi ha aggiunto, «ma vorrei che si attuasse rispettando rigorosamente la Costituzione. Assicuriamoci che i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, siano garantiti a tutti i cittadini nello stesso modo, - ha quindi concluso Boccia - indipendentemente da ceto e censo e nello stesso tempo costruiamo un modello di autonomia adeguato».

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