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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Autonomia, Zaia davanti alla Commissione del Senato: «È prevista dalla Costituzione, progetto solidale e rispettoso dell'unità del paese»

«Chi non è d’accordo - ha dichiarato il governatore del Veneto - è libero di impegnarsi per cambiare gli articoli che lo prevedono, ma non può vietare a nessuno di invocare quello che la carta fondamentale prevede»

«Non sono qui perché il Veneto ha la fissa dell’autonomia. Sono qui per portare avanti un progetto che abbiamo studiato, sostenuto e su cui ci siamo impegnati avendo come unico faro la Costituzione». È quanto ha dichiarato il governatore del Veneto, Luca Zaia, nella giornata di martedì 23 maggio durante l’audizione del presidente davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Senato riguardo al Ddl sull’autonomia differenziata. Zaia ha inoltre ricordato che «il referendum consultivo che ha portato alle urne il 57% del corpo elettorale con 2 milioni 328 mila cittadini e il 98% di questi rispondere affermativamente, è avvenuto dopo la sentenza della Corte costituzionale contro l’impugnazione dell’allora governo Renzi».

In buona sostanza, da parte del governatore del Veneto è stato quindi evidenziato come, proprio ora che il progetto sta andando avanti, «sosteniamo la nostra richiesta di un’autonomia assolutamente solidale, che non è una secessione come qualcuno vuol far credere, non vuole essere contro nessuno, ma è una vera assunzione di responsabilità, per usare la definizione data dal presidente emerito della Repubblica Napolitano». Punto sul quale Zaia ha sempre insistito molto e che anche oggi, a maggior ragione, non ha mancato di riprendere durante l'audizione in Senato: «L’autonomia è prevista dalla nostra carta costituzionale. - ha infatti sottolineato il governatore veneto - Ogni regione può assumere la gestione di fino a 23 materie, tutte elencate. Chi non è d’accordo è libero di impegnarsi per cambiare gli articoli che lo prevedono, ma non può vietare a nessuno di invocare quello che la carta fondamentale prevede. Non a caso oggi stiamo discutendo dell’autonomia davanti al parlamento, grazie a un ddl firmato dal presidente della Repubblica».

La riflessione di Zaia si è quindi fatta di tipo storico: «Trovo che, ancor più che dal titolo quinto nella sua forma del 2001, un vero riferimento sia il disegno in chiave autonomista della Repubblica voluto dai padri costituenti già nel dopoguerra. Einaudi - ha rammentato il presidente del Veneto - arrivò anche a dire che il Risorgimento sarebbe stato completato con il raggiungimento dell’autonomia. Oggi è sotto gli occhi di tutti che noi desideriamo un’autonomia solidale e collaborativa tra le regioni, rispettosa dell’unità nazionale. Non abbiamo alcuna intenzione, ma neanche alcun interesse, di vedere comunità che peggiorano la loro situazione, il nostro progetto vuole un paese in cui tutti possano crescere».

Rivolgendosi più o meno indirettamente ai critici del progetto autonomista, il presidente del Veneto Luca Zaia ha quindi lasciato intendere che uno dei problemi dell'Italia sarebbe oggi al contrario il centralismo dello Stato: «Si continua a ripetere che ci sono aree del paese a due velocità - ha evidenziato Zaia - e non è colpa dell’autonomia, perché ancora non è stata applicata. Trovo immorale che oggi ci siano zone d’Italia dove i cittadini devono fare le valige per potersi curare o devono vivere senza servizi. L’autonomia diventa quindi una sfida comune, - ha ribadito il presidente del Veneto - perché è la vera rivoluzione che può dare risposte ai cittadini, soprattutto ai giovani di cui si parla sempre poco. Sentiamo ricorrentemente parlare di "fuga dei cervelli", ma - ha concluso la sua riflessione Zaia - non pensiamo che i nostri ragazzi scelgono come destinazioni i paesi squisitamente federali, segnati dalla modernità, dal senso di responsabilità e da minori distanze tra potere decisionale e cittadino». 

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