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Martedì, 23 Aprile 2024
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A Verona si vota la revoca delle "mozioni omofobe": «Atto che riporta giustizia e civiltà giuridica dopo 27 anni»

Approvata nel 1995, la mozione numero 336, impegnava l'amministrazione comunale di Verona a «non deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna». Il 17 novembre 2022 potrebbe essere revocata insieme alle altre due cosiddette "mozioni omofobe"

«L’ordine del giorno per la revoca delle mozioni omofobe del 1995 sottoscritto dai capigruppo di maggioranza (Partito Democratico, Lista Tommasi Sindaco, Verona in Comune e Traguardi) è un atto dovuto che consente di riscattare la città di Verona da uno degli atti di indirizzo più retrogradi concepiti dalla destra veronese, che ha lavorato per dividere ed escludere anziché per unire ed integrare». È quanto si legge in una nota del gruppo consiliare comunale Pd Verona diramata a poche ore dall'inizio di quello che dovrebbe essere il Consiglio comunale ricordato per la revoca delle cosiddette "mozioni omofobe". Al centro dell'attenzione è in particolare la mozione presentata il 27 aprile del 1995 e poi approvata il giorno 14 luglio del medesimo anno. Al tempo il Comune di Verona era guidato dalla sindaca Michela Sironi, esponente di Forza Italia. 

La contestata mozione numero 336 approvata il 14 luglio 1994, ad oggi tuttora vigente, impegnava l'amministrazione comunale di Verona a «non deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna». Oggi, ad essere contestate sono poi altre due mozioni, la numero 383 del 13 giugno e la 393 del 30 giugno, sempre dell'anno 1995. Tutte le mozioni nascevano al tempo in contrapposizione ad una precedente risoluzione del Parlamento europeo, datata 8 febbraio 1994, nella quale, tra le varie cose, si leggeva ad esempio l'invito agli Stati membri «ad abolire tutte le disposizioni di legge che criminalizzano e discriminano i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso», o ancora la richiesta affinché «nelle norme giuridiche e amministrative si eviti la disparità di trattamento delle persone con orientamento omosessuale». Il Circolo Pink di Verona, commentando le tre mozioni evidenzia in una nota: «Nella più pesante delle tre, la 336, si sanciva in maniera netta la differenza fra persone e coppie omosessuali e coppie eterosessuali unite dal vincolo del matrimonio cattolico, affermando una volta di più che l’unica famiglia possibile era quella tradizionale».

Il gruppo consiliare comunale del Pd Verona sottolinea come l'ordine del giorno per la revoca delle mozioni omofobe sia invece il coronamento dell’«azione di contrasto alle discriminazioni e per il riconoscimento dei diritti civili che come Pd, assieme agli alleati, abbiamo svolto nelle ultime tre amministrazioni». In particolare, viene evidenziato che «il dispositivo riprende e amplia l’ordine del giorno Benini-Bertucco del 2018, osservando che tutte le distinzioni che queste mozioni contengono tra famiglia naturale e convivenze omosessuali e il preteso divieto di deliberare provvedimenti "che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali" sono in contrasto con il dettato costituzionale sulla parità di trattamento tra i cittadini, con le disposizioni e le risoluzioni del Parlamento europeo e, da ultimo, anche con la legge Cirinnà che nel frattempo ha regolato le unioni civili tra persone dello stesso sesso senza tuttavia imporre alcuna parificazione con il matrimonio». La prima firmataria dell'Odg per la revoca dell mozioni omofobe è la Consigliera comunale Cugini Jessica Veronica, capogruppo di In Comune per Verona - Sinistra Civica Ecologista.

Alla vigilia del voto anche Giorgio Pasetto e Marco Vincenzi di +Europa Verona hanno voluto sottolineare l'importanza del momento per il capoluogo scaligero: «Finalmente, dopo ventisette anni, Verona chiude un brutto capitolo della sua storia e torna ad essere, a livello amministrativo, una città aperta e inclusiva, al passo con i suoi cittadini: questa sera il consiglio comunale discuterà la cancellazione delle mozioni omofobe del 1995, contro le quali Radicali Italiani e +Europa hanno da sempre lottato. Il nostro grazie va in particolare alla consigliera Jessica Cugini, prima firmataria dell'ordine del giorno, con la quale abbiamo proficuamente collaborato nella stesura della parte del programma di Rete! dedicata ai diritti civili. Infine, - concludono Giorgio Pasetto e Marco Vincenzi - un pensiero va alle associazioni a sostegno delle persone Lgbtqia+, che in questi anni hanno lavorato nell'invisibilità, senza il minimo supporto e riconoscimento da parte delle precedenti amministrazioni». Proprio dal Circolo Pink l'attesa per la votazione di questa sera appare evidente: «In tant* stiamo aspettando quel momento, - spiegano dal Pink - le mozioni rappresentano una delle più brutte pagine della storia veronese in materia di diritti alle persone Lgbtqia+. L’appuntamento è alle ore 19.30 circa sulla balconata del Consiglio comunale di Verona».

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