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I volantini neri e la palestra di fascismo a Verona? Il sindaco e la Lega: «Solo fake news, la sinistra chieda scusa»

Da Bacciga e Comencini a Zelger, passando per Sboarina, il centrodestra veronese punta il dito contro l'opposizione: «Bertucco, Benini, La Paglia, Vallani e Ferrari chiedano scusa a Verona e ai veronesi e si dissocino»

La vicenda oramai è abbastanza nota: alla vigilia del "Giorno della memoria" sono stati ritrovati in diverse cassette delle lettere nelle case del quartiere di Borgo Trento a Verona, alcuni volantini con l'effige del duce stampata al centro e un lungo panegirico fascisteggiante che annunciava la presunta apertura di una nuova palestra in città, per l'appunto una «palestra di fascismo». Il singolare ritrovamento aveva prodotto sul piano politico due reazioni opposte: nel centrosinistra sdegno e sgomento, nel centrodestra cautela e scetticismo. L'evoluzione della vicenda si è poi avuta quando nelle scorse ore colui che si è dichiarato essere l'autore del volantino al centro delle polemiche ha spiegato in un'intervista di aver compiuto il gesto in questione non tanto per rivendicare le presunte qualità dell'educazione fascista, bensì in modo provocatorio per denunciare l'altrettanto presunta diffusione in città di organizzazioni neofasciste. Il sedicente autore del volantino sarebbe peraltro in queste ore anche oggetto di un'inevitabile interlocuzione con gli agenti della Digos, della quale sarà certamente interessante conoscere gli sviluppi.

In questo quadro di complessiva presunzione a gradazione variabile, ad essere certe ed immancabili sono le polemiche. Dopo gli affondi del centrosinistra, le repliche dubitabonde del centrodestra, ora dalla Lega a Fratelli d'Italia, nella figura dello stesso sindaco Federico Sboarina, si punta il dito contro la "macchina del fango" che dipingerebbe Verona di nero anche quando sulla tavolozza dell'attualità vi sarebbe solamente del, discutibilissimo, black humor quale colore di cui servirsi. In merito ai «volantini fake» distribuiti in Borgo Trento, sono infatti arrivate a stretto giro le dichiarazioni dell’onorevole Vito Comencini e del gruppo consiliare della Lega a palazzo Barbieri: «Gli esponenti del centrosinistra veronese, La Paglia, Bertucco, Benini, Vallani e Ferrari, alimentando l’ennesimo caso mediatico sulla "Verona fascista", dimostrano di essere nemici della nostra città». Così si legge nella nota a firma dei componenti del gruppo consiliare della Lega, Vito Comencini, Anna Grassi, Alberto Zelger, Laura Bocchi, Andrea Velardi, Alessandro Gennari ed Andrea Bacciga, i quali poi aggiungono: «Chiediamo al candidato sindaco di quell’area, Damiano Tommasi, di prendere ufficialmente le distanze da questo becero modo di fare campagna elettorale». Infine, la nota della Lega si conclude con un'esortazione ulteriore rivolta all'area del centrosinistra: «Ora Bertucco, Benini, La Paglia, Vallani e Ferrari chiedano scusa a Verona e ai veronesi e, dato il timing sospetto - i volantini sono stati distribuiti a ridosso del "Giorno della memoria" - si dissocino».

Allo stesso modo, anche il primo cittadino scaligero Federico Sboarina non ha mancato di sottolineare quello che giudica essere l'abbaglio del centrosinistra, dopo aver già in precedenza invitato alla cautela respingendo ogni critica proveniente sul tema da parte dell'opposizione: «La sinistra veronese non perde il vizio. Ancora una volta con scellerato tempismo ha gettato fango sulla nostra città, facendo strumentalmente da amplificatore a una "bufala" di cattivo gusto». Così ha commentato via social il sindaco di Verona il coming out dell'anonimo autore del volantino annunciante la pretesa black gym in città. Lo stesso Sboarina ha poi concluso: «Il bene di Verona si fa con l’amministrazione seria e non con una bassa politica fatta di attacchi pretestuosi e senza fondamento. Adesso almeno chiedano scusa a tutti i veronesi».

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