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Vino cancerogeno? Il voto europeo che infiamma il Veneto: «Nessun bollino nero sulle nostre bottiglie»

Dal Pd alla Lega, passando per Forza Italia, in Veneto tutti sugli scudi in difesa della produzione vinicola e della dieta mediterranea, contro il rischio di etichettatura ed introduzione di avvertenze sanitarie come avviene per le sigarette

«Dobbiamo distinguere il consumo responsabile di vino, come di altre bevande alcoliche, dall’abuso. Per questo sono stati presentati quattro emendamenti al "Piano di lotta contro il cancro" firmati da 150 eurodeputati, con Paolo De Castro primo firmatario insieme ad Hebert Dorfmann. Emendamenti che sono supportati dall’Unione italiana vini. È giusto tenere alta l’attenzione, meno diffondere allarmismi che alterano la realtà». È quanto afferma Francesca Zottis, consigliera regionale del Partito democratico e rappresentante dem in commissione Agricoltura, replicando implicitamente anche a quanto dichiarato dal collega Stefano Valdegamberi alla vigilia della discussione al Parlamento europeo.

Il parlamento europeo accoglie gli emendamenti: «Nessun riferimento al cancro sulle bottiglie di vino»

«La dieta mediterranea grazie al lavoro del Pd, come ha sottolineato la nostra eurodeputata Alessandra Moretti, è stata riconosciuta uno dei cardini della sana alimentazione, incluso un bicchiere di vino durante i pasti: è importante non fare confusione con proposte fuori dalla realtà. Il vino non è solo un patrimonio della nostra cultura, - ha poi aggiunto la stessa Francesca Zottis - ma è un comparto fondamentale per la nostra economia. Saremo sempre vicini ai produttori locali, come accaduto per la vicenda "Prosek". L’attuale proposta è sbagliata, siamo però fiduciosi sull’accoglimento degli emendamenti: ben vengano etichette "trasparenti" sul consumo responsabile, sono invece inaccettabili le avvertenze sanitarie come avviene per le sigarette. Nessun bollino nero sulle bottiglie del nostro vino», ha concluso la consigliera Pd Francesca Zottis

Resta il fatto che il tema dell'eventuale equiparazione in termini di cancerogenicità di vino e sigarette, argomento variamente declinato ma comunque in discussione al parlamento europeo, sta facendo discutere e pure molto in Italia nonché, soprattutto, in Veneto. Di oggi sono le dichiarazioni parecchio indispettite da parte del governatore Luca Zaia, ma a prendere posizione sono stati anche i consiglieri regionali di Forza Italia Elisa Venturini ed Alberto Bozza, i quali hanno presentato una mozione con la quale chiedono alla Regione Veneto di farsi parte attiva con il governo italiano per difendere il vino italiano e quello veneto in particolare.

«In questi giorni - spiegano i consiglieri regionali di Forza Italia Elisa Venturini ed Alberto Bozza - si discute del sistema di etichettatura "Nutriscore" sviluppato in Francia e al quale hanno aderito altri paesi europei, che prevede, in base all’applicazione di un algoritmo, l’attribuzione di voti tramite lettere dalla A alla E e di colori da stampare sulle etichette per consentire al consumatore di conoscere le qualità nutrizionali del prodotto da acquistare. Il "Nutriscore" ha proposto di etichettare il vino come prodotto fortemente nocivo per la salute umana, prevedendo addirittura l’introduzione di una ulteriore lettera F in aggiunta all’attuale gradazione dalla lettera A (che individua il prodotto più idoneo alla salute) alla lettera E (che individua quello più nocivo). Questo sistema è stato criticato da molti governi, da gruppi industriali, da associazioni di categoria degli agricoltori e da numerosi nutrizionisti, in quanto esemplifica eccessivamente i valori nutrizionali e non distingue fra i diversi tipi di grassi, alcuni dei quali indispensabili per la salute umana».

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Elisa Venturini ed Alberto Bozza

Di qui dunque l'idea, ribadita con forza dai consiglieri Elisa Venturini ed Alberto Bozza, secondo i quali «questa etichettatura è irragionevole e dannosa per la filiera del vino, e in contrasto con la cultura e la tradizione del vino in Italia e in particolare nel Veneto», proprio perché «tale etichettatura rappresenterebbe un messaggio fuorviante in quanto non distingue fra consumo moderato ed abuso, trasmettendo un messaggio fortemente negativo sul consumatore in contrasto con il valore positivo rappresentato dal vino come frutto di storia, cultura e ricerca, che continua a coniugare tradizione e innovazione, grazie anche a continui investimenti in un contesto fortemente competitivo». Solo in Veneto la stima è che la produzione rappresenti circa il 25% del totale del vino prodotto in Italia ed il 30% dell’intero vino DOP/IGP prodotto in tutta Italia. Così come sul fronte dell’export il Veneto detiene la quota del 36% delle esportazioni con 1.850 aziende che esportano. A fronte anche di tali numeri, i consiglieri Elisa Venturini ed Alberto Bozza invitano la Regione Veneto ad adottare «concrete iniziative affinché sia contrastata l’introduzione a livello europeo di un sistema di etichettatura nutrizionale che non sappia operare opportune distinzioni fra i vari elementi che compongono i prodotti alimentari, al fine di fornire corrette informazioni ai consumatori nel rispetto delle diete tradizionali».

Sulla falsariga arrivano quest'oggi anche le dichiarazioni dell'eurodeputata leghista Rosanna Conte che si sta impegnando a Strasburgo per modificare la proposta normativa: «Contro il cancro è una battaglia sacrosanta. Usarla per altri fini, come colpire il made in Italy, tra l’altro mistificando la realtà e ignorando le evidenze scientifiche, è una strumentalizzazione che noi della Lega riteniamo inaccettabile. Purtroppo, è quello che si sta cercando di fare al parlamento europeo con la relazione della commissione speciale sulla lotta contro il cancro (BECA) che si voterà oggi e domani, e che prende di mira prodotti centrali della dieta mediterranea come il vino e la carne. Noi della Lega non lo permetteremo».

Durissime infine anche le parole odierne dei consiglieri regionali veneti Barbisan e Valdegamberi, tra i primi a denunciare il problema: «Dietro queste misure c'è l'ennesimo attacco delle multinazionali alle produzioni locali. Si vuole far passare come buone e salutari le produzioni dei grossi gruppi industriali che devastano l'ambiente e con il loro marketing influenzano il consumo irresponsabile di bevande non salutari, anche se non alcoliche. Un'operazione di lobby che porterà sempre più alla concentrazione della ricchezza in mano di pochi attori. Chiediamo - concludono i consiglieri regionali Barbisan e Valdegamberi - che la politica italiana sia unita contro queste norme per difendere veramente la salute e le economie di piccola scala».

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