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Si alzano i toni della polemica tra il sindaco e il PD dopo le sentenze su Agec e Giacino

Le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dal primo cittadino non sono andate giù all'opposizione scaligera che ha replicato: "Mentre la giustizia fa il suo corso Verona resta infatti priva di una guida, con un sindaco assente"

Le condanne per i casi Giacino e Agec continuano a scuotere la vita politica veronese. Nei giorni scorsi lo stesso sindaco Tosi si era lasciato andare a dichiarazioni inizialmente di sostegno all'ex vicesindaco e poi di attacco nei confronti dell'opposizione: "Chissà perché quando Matteo Renzi ricorda che un cittadino - Berlusconi o Vasco Errani tra quelli espressamente citati dal presidente del Consiglio - è da considerarsi innocente fino a sentenza definitiva il Pd, anche veronese, non muove obiezioni mentre le muove quando, a ricordarlo, è il sottoscritto, dimenticando che i molteplici gradi di giudizio sono stati inseriti nella Costituzione nella consapevolezza che nessuno, nemmeno il magistrato, è infallibile".
Il primo cittadino scaligero aveva poi sottolineato che "nel rispetto delle valutazioni della magistratura, a procedimenti giudiziari che nei casi Agec e Giacino non sono ancora conclusi in via definitiva, (e ricordando, anche al Pd, che per esprimere con serietà valutazioni su una sentenza bisognerebbe prima averne lette le motivazioni, non ancora depositate) le osservazioni da fare sono più di una. Fermo restando che non sono solo le questioni oggetto delle sentenze dei giorni scorsi a sollevare oggi allarme sociale, ma non bisogna dimenticare, come sembra fare il Governo attento solo a depenalizzare ulteriormente quei reati che evidenziano, oggi, una emergenza criminalità che colpisce sempre più il territorio e i cittadini in maniera indiscriminata". Ci sono poi altri temi come "qualche altra vicenda giudiziaria alle quali si è dato in questi giorni meno risalto: una ad esempio è quella di una persona che nulla aveva a che fare con la politica e con l'Amministrazione: riguarda l'imprenditore altoatesino Martin Klapfer detenuto per tanti mesi (in carcere a Bolzano dal 24 ottobre all'11 dicembre 2013, poi fino al 30 maggio scorso agli arresti domiciliari nella sua casa di Bressanone) con l'accusa di corruzione, e in questi giorni assolto 'perché il fatto non sussiste'. È chiaro quindi che ci deve essere stato qualche macroscopico errore nelle fasi iniziali delle indagini con decisioni che hanno pesantemente condizionato e penalizzato Klapfer, colpendolo non solo dal punto di vista personale, ma anche nella propria attività imprenditoriale, fortemente danneggiata da tutto l'iter processuale. Danni umani ed economici che non potranno certo essere risarciti dalla “Giustizia” che, anche se lo Stato pagherà per Klapfer il danno per i mesi di detenzione, non potrà mai sollevarlo dal peso delle preoccupazioni e delle sofferenze provate". Tosi poi aggiunge che "dispiace che la conclusione di questa vicenda non abbia avuto lo stesso risalto dato al momento dell'accusa e della detenzione. Credo che, per evitare provvedimenti di carcerazione preventiva ingiustificati e così lunghi, nel tempo il Legislatore dovrebbe intervenire in modo più efficace di quanto ha fatto finora, anche chiamando a rispondere chi commette errori di questa entità che fanno scontare un anno e due mesi di detenzione a un cittadino poi giudicato innocente".

La risposta del Partito Democratico veronese è poi arrivata con una nota diffusa agli organi di stampa.

Le ultime condanne e l'attenzione puntuale della procura sull'attività amministrativa confermano una città gestita senza la dovuta trasparenza e segnalano che i criteri con cui vengono amministrati i veronesi sono altri rispetto a quelli del bene comune e del buon amministrare”. Affermano i segretari Pd Alessio Albertini e Orietta Salemi sulle nuove 'esternazioni' del Sindaco che ha chiamato in causa il Partito Democratico. “Anche se le condanne venissero annullate in secondo grado o in Cassazione il nostro giudizio non cambierebbe di una virgola perché la questione è politica prima che giudiziaria” precisano. “Mentre la giustizia fa il suo corso Verona resta infatti priva di una guida, con un sindaco assente, tutto assorbito dalle sue ambizioni nazionali. Verona è una comunità ferita: servirebbe un atto coraggioso e un segnale nuovo che invece è al di là da venire. Saremmo piuttosto curiosi di sapere cosa ne pensa Salvini del caso Verona visto che a Roma ha chiesto l'azzeramento della giunta Marino. A Roma forcaioli e a Verona garantisti? Si mettano d'accordo”. Aggiunge il capogruppo comunale Michele Bertucco: “Posto che l'unica giustizia veramente giusta è quella divina, come poveri e fallibili mortali ci dobbiamo accontentare dei riscontri delle intercettazioni, delle testimonianze e delle investigazioni che per il caso Giacino disegnano un quadro più complesso di quello dipinto dal Sindaco secondo il quale sarebbe la parola di un imprenditore contro quella dell'ex vicesindaco. Stupisce piuttosto la pervicacia con cui Tosi continua a lanciare messaggi di distensione ad un mondo che si è rivelato opaco e dannoso per l'immagine e il buon andamento della città. In simili frangenti l'unica preoccupazione di un sindaco serio dovrebbe essere far chiarezza sui procedimenti urbanistici ancora aperti, ma Tosi non ci pensa nemmeno”. 

La controreplica del primo cittadino non tarda ad arrivare e parla di "malafede del Pd veronese senza limiti". La nota diffusa da Palazzo poi prosegue: "Noi abbiamo stigmatizzato il caso del signor Klapfer assolto dopo aver scontato 8 mesi di arresti preventivi, evidenziando che, se un innocente viene privato della libertà, qualcosa non funziona e deve essere rivisto. Gli esponenti del Pd veronese rispondono che il loro giudizio non cambierebbe nemmeno se anche gli imputati condannati in primo grado venissero assolti in appello o in Cassazione perché la questione, a loro dire, 'è politica prima che giudiziaria'. Bell'esempio di forcaioli per i quali le condanne o le assoluzioni non vanno decise sulla base di prove ma del loro concetto politico di pseudo-trasparenza".

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