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Miglioranzi e Piubello: "Croce non ha meriti su Agec". La replica: "Per loro era tutto regolare"

I due tosiani attaccano l'ex presidente Agec che domenica 28 dicembre alle 15 è sceso in piazza Brà con un manifesto che riportava: "Agec e vicesindaco: dalle denunce di Michele Croce alle condanne del Tribunale"

Si è svolta alle 15 di oggi in piazza Brà la manifestazione di Verona Pulita, l'organizzazione messa in piedi da Michele Croce, che aveva come oggetto le sentenze dei casi Agec e Giacino. 

"Agec e vicesindaco: dalle denunce di Michele Croce alle condanne del Tribunale di Verona". Questa scritta compariva sui manifesti di promozione dell'eventi ed ha scatenato la reazione di due fedelissimi del sindaco scaligero, il presidente dell'Amia ed esponente della fondazione Ricostruiamo il Paese Andrea Miglioranzi e il capogruppo in Comune della lista Tosi Massimo Piubello, che tramite sulle pagine de L'Arena hanno così risposto: "In procura Croce aveva portato documenti riguardanti gli ultimi dieci anni di appalti dell'Agec, ma da quelle carte non emerse nulla di illegale, tanto che l'inchiesta si è poi incanalata su altri filoni. Di cosa, quindi, si prende il merito? È utile poi ricordare da cosa nasce questo desiderio di rivalsa da parte di Croce, e cioè la sua destituzione, voluta anche dalla minoranza, dal Cda Agec per le spese ritenute eccessive di rifacimento del suo ufficio. La sua, quindi, è quanto meno un'uscita poco elegante: se si fa politica lo si deve fare nel rispetto degli avversari e dell'iter giudiziario. Noi restiamo garantisti e quando ci sarà la sentenza definitiva ci esprimeremo in merito... Per ora siamo al primo grado". 

Ma la replica ha subito trovato la riposta in giornata dello stesso Croce, che in una nota afferma: "Secondo la valutazione dei tosiani Miglioranzi e Piubello, notoriamente dotti giuristi, aveva ragione Tosi a dire che all'Agec non c'era nulla di irregolare e che il cattivo Croce ha sbagliato a fare la denuncia alla procura, denuncia che avviò le indagini con i noti risultati. Secondo Tosi anche Giacino e' una vittima di Leardini, solo che, guarda caso, i giudici avrebbero, forse ingiustamente, creduto di più all'imprenditore. Va anche precisato, a proposito del fantomatico ufficio-alibi, usato per eliminare lo scomodo Croce, che la procura della Corte dei conti, contrariamente a quanto scritto da un giornalista particolarmente benevolo con il sindaco, ha chiesto per Croce il rimborso non dell'80 ma del solo 20%, e per 'omissione di controllo'. A coloro che ci danno intendere di voler ricostruire l'Italia, con il loro alto livello politico, suggeriamo di Riflettere su dove stanno portando Verona, nella speranza che i veronesi li fermino in tempo".

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