La Lega accoglie l'ex grillino Alessandro Gennari: «Scelta sofferta. Mai stato di sinistra»
Zavarise: «Accogliamo una persona di alto profilo». Ma le opposizioni a Verona vanno all'attacco parlando di «trasformismo politico», giudicando incoerente la scelta di Gennari
L'ex cosigliere comunale del Movimento 5 Stelle, nonché già candidato sindaco grazie a quegli 85 clic delle "comunarie" che fecero storia, Alessandro Gennari, è stato infine accolto ufficialmente dalla Lega nel gruppo che siede a palazzo Barbieri. La presentazione si è svolta in diretta streaming, non tanto in omaggio ai tempi che furono del movimentissimo grillino, ma perché ai tempi di "coviddi" è d'uopo avvenga così. E, dunque, a dare il "benvenuto" ad Alessandro c'erano nella sala blu un po' tutti i massimi esponenti locali della Lega, da Zavarise a Comencini, poi Todeschini e pure Anna Grassi. La Lega è «un partito attrattivo ed aperto» che ha saputo con intelligenza accogliere tra le sue fila «una persona di alto profilo», con uno «spessore importante». Così si è espresso l'Ass. Nicolò Zavarise parlando del neoleghista Alessandro Gennari.
Alessandro Gennari
Lo stesso ex pentastellato Gennari ha quindi voluto chiarire i motivi del suo abbandono al movimento fondato da Grillo, sottolineando di non essere affatto cambiato, casomai «è stato il M5S a mutare». Nelle ultime cinque votazioni su Rousseau, ha spiegato Gennari, il suo voto è sempre andato nella direzione contraria rispetto a quella in cui la base si è poi espressa a maggioranza. Il che gli ha fatto venire dei dubbi sulla prosecuzione del suo percorso politico dentro il Movimento 5 Stelle. Ma Gennari ha anche motivato la sua decisione in virtù del fatto che tutti i suoi suggerimenti affinché nei 5 Stelle avvenisse un cambiamento in un'altra direzione rispetto allo stato attuale, «sono rimasti lettera morta». Altra sentenza di Gennari sparata fuori a fior di pelle durante la conferenza di transizione al leghismo scaligero è stata schietta e roboante: «Io non sono mai stato di sinistra», ha detto Gennari. E su questo, andiamo a memoria ma difficilmente ci inganniamo, bisogna dargli atto che già ai tempi delle "comunarie" disse che lui, prima di entrare nel Movimento, da buon veronese votava a destra.
Gennari ha poi spiegato che «se nelle battaglie care alla sinistra come le politiche sociali, l'innovazione, le politiche giovanili e, soprattutto la cultura, io sono stato protagonista in questa città, è solo perché ritengo di essere una persona del "pensiero libero", ma non certo perché appartengo ad una sfera politica». Lo stesso Gennari ha aggiunto che «queste tematiche ritengo non debbano avere un colore politico e non debbano essere proprietà di nessuno». Dopotutto oggi tra i sottosegretari di governo si annovera proprio al ministero della Cultura l'esponente della Lega Lucia Borgonzoni, alla quale ora da bravo compagno di partito Alessandro Gennari potrà consigliare anche qualche libro da leggere. Ma tornando alla scelta di abbandonare i pentastellati, Gennari ha detto chiaro e tondo che «il Movimento ha tagliato i ponti con il suo Dna e le sue radici, ha deluso ed illuso milioni di cittadini».
Tutte osservazioni legittime e, per certi aspetti, inconfutabili, quelle espresse da Alessandro Gennari, ma che, ammettiamolo pure, spiegano tuttavia assai poco del perché di una scelta come quella di entrare poi proprio nella Lega. In realtà qualcosa al riguardo lo stesso Gennari ha detto, o forse si è lasciato sfuggire, anzitutto rivelando di essere stato cercato: «Quando sono stato cercato dalla Lega ho messo in chiaro che il mio interesse era di portare avanti quanto iniziato a livello comunale e nazionale in ambito culturale, portare nuove progettualità nelle politiche giovanili e sociali». Gennari ha poi concluso parlando di «scelta sofferta» e ribadendo di «non essere cambiato», riaffermando che «il Movimento è cambiato» e giungendo persino a dire che «forse anche la Lega sta cambiando, spingendosi verso tematiche sempre più ampie che possono trovare nella mia persona un ponte di dialogo verso realtà che finora parlano a senso unico».
In favore di Alessandro Gennari nelle scorse ore si è speso persino Paolo Borchia, eurodeputato e coordinatore di Lega nel Mondo in missione negli Stati Uniti per il Cpac 2021, il quale in merito all'ingresso nel Carroccio dell'ex candidato sindaco a Verona per il M5S ha dichiarato: «La Lega, primo partito in Veneto e in Italia, si dimostra fortemente attrattivo. Serve continuare a crescere e farlo con intelligenza. Il profilo di Gennari va in questa direzione, essendo stato in grado di dimostrare dai banchi dell'opposizione capacità e voglia di lavorare. Spiace per gli attacchi, strumentali e personali, che ha ricevuto ma d'altronde chi ha voglia di concretizzare progettualità per la città vede nella Lega un contenitore politico di riferimento».
Qualcuno, in effetti, a Verona ha storto un po' il naso dinanzi alla scelta di Gennari, sopratutto tra le fila delle opposizioni a palazzo Barbieri. Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi, ha dichiarato: «Stimo Alessandro Gennari, ho avuto modo di apprezzarlo in Consiglio comunale, e sono certo avrà riflettuto sulla sua decisione. Ma come nel caso di Edi Maria Neri, non posso sorvolare sulla natura del partito cui ha deciso di aderire. La Lega, soprattutto a Verona, resta il partito nemico dei diritti civili, il partito delle mozioni provocatorie e ideologiche, della gestione opaca sia nella lunga stagione Tosi che durante l'amministrazione Sboarina. Un partito che ha preso parte attiva in tante scelte, - ha concluso Tommaso Ferrari - a partire da quelle relative a Fondazione Arena, che Gennari stesso ha aspramente contestato».
Ancor più duro è stao Michele Bertucco, il quale ha parlato di «brutta pagina del trasformismo politico» e definendo Alessandro Gennari «voce dell'incoerenza». Il consigliere Bertucco ha ricordato quindi in una nota che «Gennari entra infatti nel partito protagonista della revoca della cittadinanza onoraria a Saviano, della cementificazione del territorio e del fondamentalismo religioso eletto a linea politica». Ma il consigliere comunale Michele Bertucco ha anche evidenziato come lo stesso Alessandro Gennari «sul piano nazionale non ha mai mostrato simpatia per Salvini», citando alcuni tweet al vetriolo che il neoleghista Gennari aveva pubblicato dal proprio profilo qualche tempo addietro. In uno di questi scriveva:
«Il fallimento in politica estera di Matteo Salvini è essere l’omologo di Trump in Italia ma il Presidente USA preferisce Giuseppe Conte. È fantastico».
Ve ne sono ovviamente molti altri di tweet simili, e forse ancor più duri, così come testimonia la gallery seguente. Gennari dice di non essere cambiato, e noi gli crediamo, gli esponenti della Lega si dicono contenti di accoglierlo tra le loro fila, resta solo da capire come mai questo amore sia scoppiato così tardi.