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Banchetti, decoro e polemiche. Tiné: «A Verona servono regole». Sboarina: «Visione della città condivisa»

Eventi in centro a Verona, dal soprintendente Vincenzo Tiné il monito: «Dobbiamo darci una regolata». Traguardi attacca: «Stagione di eccessi». E il sindaco si difende: «La dignità del centro non è mai passata in secondo piano»

In una lunga intervista rilasciata al quotidiano L'Arena, il soprintendente per le province di Verona, Rovigo e Vicenza della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio, Vincenzo Tiné, ha mandato a tutti un chiaro messaggio: «Abbiamo un po' esagerato, ora dobbiamo darci una regolata». Insomma, complice una fase complicata a causa della pandemia, a Verona si è chiuso talvolta un occhio, talaltra entrambi, dinanzi alle regole. Questa l'idea di fondo del soprintendente  Vincenzo Tiné. Ma le regole torneranno, in modo assai più stringente, a far capolino in città a partire se non altro dal prossimo marzo 2022. Un messaggio, dai toni forti e decisi, quello del soprintendente Tiné che ha puntato il dito contro la gestione degli ultimi grandi eventi cittadini organizzati in centro storico: dai banchetti di Santa Lucia, passando per i mercatini di Natale, quindi le meno recenti "Piazze dei Sapori", insomma tutte quelle situazioni dove Verona diviene da tempo meta di grandi flussi di turisti e visitatori. Ma il vero messaggio fondamentale lanciato dal soprintendente Vincenzo Tiné è questo: a Verona il Comune deve provvedere quanto prima possibile a stilare «uno specifico regolamento per l'utilizzo delle aree pubbliche aventi valore storico artistico». 

Naturalmente, i buoni propositi per il nuovo anno, quel 2022 che a Verona significa anzitutto elezioni amministrative in vista, da parte dei politici locali d'opposizione sono stati presi come una vera e propria tirata d'orecchie nei confronti di chi oggi amministra la città. Su tutti, il presidente del movimento civico Traguardi, Pietro Trincanato, si è scagliato contro la giunta: «Si fatica a dar torto al soprintendente Tiné, quando dice che è necessario rimettere ordine dopo una stagione di eccessi. L'unico risultato raggiunto con certezza dagli eventi natalizi organizzati dall'amministrazione è l'invasione continua della città, già a partire da novembre: traffico impazzito, casette e banchi di dubbio valore estetico un po' ovunque (scempio massimo il povero Ponte Pietra, negato alla vista di cittadini e turisti) e la solita micro-porzione di città antica (via Mazzini, via Cappello, piazza Erbe) presa d'assalto e per questo disertata dai veronesi, mentre nella prima cintura giravano solo macchine alla folle ricerca di un parcheggio. Non ci sembra una gran vittoria, specie in tempi di pandemia». Lo stesso Pietro Trincanato ha poi concluso con amara sentenza: «Se la giunta Sboarina doveva essere quella che avrebbe messo un freno ai mercatini sregolati di Tosi, dopo quattro anni possiamo dichiarare fallita la missione».

Dal canto suo l'amministrazione comunale di Verona si è difesa per bocca del primo cittadino, Federico Sboarina, il quale ha anzitutto chiarito: «Condivido le riflessioni di Vincenzo Tiné, non solo oggi. Quando infatti il nuovo soprintendente è arrivato a Verona, abbiamo da subito condiviso la nostra visione di città. La mia in particolare, già espressa anche in campagna elettorale, era ed è di liberare il centro storico da tante manifestazioni, previlegiando la qualità. Così abbiamo fatto da giugno 2017 fino all'ora "X" della nuova era, quella pandemica, scattata il primo marzo 2020 con tutta le legislazione emergenziale. Sono stato il primo a fare cambiamenti con la logica del rispetto dei monumenti, anche a costo di lamentele. Penso, ad esempio, alla Piazza dei Sapori, che nel 2019 è stata spostata a San Zeno. Non abbiamo potuto farlo nel 2018 perché era già organizzata, nel 2020 non si è tenuta ed è tornata in Bra nel 2021 nell'ottica del rilancio delle attività colpite dalla crisi economica. La stessa cosa - ha poi aggiunto il sindaco di Verona Federico Sboarina - vale per i mercatini di Natale, abbiamo faticato non poco con gli esercenti per convincerli al decentramento, ma da subito è stata alleggerita piazza dei Signori in favore di San Giorgio, ponte Castelvecchio e ponte Pietra e, da quest'anno, anche nelle piazze dei quartieri. Come a Vicenza. E per chi avesse dimenticato, ricordo nel 2018 le polemiche ospitate dal giornale L'Arena sul rifiuto del Comune alla posa della statua di Dall'Oca Bianca vicino al toloneo di piazza Erbe. Le nostre motivazioni furono criticate eppure erano filologiche e nel segno del rispetto monumentale che condivido con il soprintendente».

Lo stesso primo cittadino scaligero ha quindi ribadito che «il fil rouge della nostra visione ha avuto, come in tutte le città del mondo, un brusco stop dovuto al Covid». In particolare, ha spiegato il sindaco di Verona Federico Sboarina, «dalla primavera 2020, l'azione ammnistrativa ha avuto altre priorità emergenziali per le due grandi categorie: cittadini ed attività economiche. Bar e ristoranti, che contribuiscono a rendere vivo il centro storico e accese le luci nelle vie, sono stati prima chiusi, poi potevano lavorare solo all'aperto, e adesso con posti contingentati anche all'interno. La ripresa della loro attività - ha chiarito Sboarina - era vitale da molti punti di vista, fra cui anche la coesione sociale e la stabilità di famiglie, dipendenti e imprenditori. Altrettanto importanti sono le esigenze dei residenti, vera linfa vitale contro lo spopolamento, veronesi che vivono nell'ansa del fiume e che non dobbiamo spingere all'abbandono come sta accadendo in tante altre città d'arte. Per loro, l'esplosione dei plateatici ha rappresentato un sacrificio, a cui appena possibile abbiamo cercato di rimediare con altri servizi: posti auto aggiuntivi (ne abbiamo appena liberati altri 45), ampliamento del permesso auto, modulazione orari Ztl. La bilancia delle priorità si è mantenuta in questo equilibrio e, come ogni comunità, la solidarietà deve andare verso chi in quel momento versa in maggiori difficoltà».

Insomma, per il sindaco di Verona Federico Sboarina «la dignità del centro non è mai passata in secondo piano, anche attraverso significativi investimenti per pagare i bus navetta e tenerne fuori le auto o la presenza dei nostri vigili a gestire i flussi. L'innalzamento della qualità è la costante di tutto, - ha poi aggiunto Sboarina - a cominciare dalla rinnovata vitalità di Fondazione Arena e delle sue proposte culturali che hanno riportato un turismo qualificato nonostante la pandemia. Ed è proprio la fine dell'emergenza sanitaria, ciò che tutti stiamo aspettando per il ritorno alla normalità. La normalità nella quale torneremo, al più presto, a sederci con il sovrintendete per stilare il regolamento delle manifestazioni, che non è stato possibile fare in tre mesi. Un regolamento che nel confronto con le varie esigenze, architettoniche, turistiche, economiche, sociali, - ha concluso il sindaco Federico Sboarina - troverà la sintesi della nostra città che tutti vogliamo preservare e tramandare modernizzata ai nostri figli».

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