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Verona, elezioni regionali con scintille leghiste, Tosi e la rottura con Salvini: "Parole non mantenute"

Non ci fosse un accordo a livello veneto il sindaco di Verona potrebbe candidarsi a presidente: "Gli accordi prevedevano autonomia di decisione sulle proprie alleanze e liste, non un partito milanocentrico"

Che fosse in rotta di collisione dopo un iniziale idillio è risultato subito chiaro. Posizioni non condivise, battaglie di parole a distanza sui grandi temi (immigrazione, alleanze politiche, coppie di fatto). Il fatto è che ora molti ipotizzano uno "strappo" di Flavio Tosi con la sua (ex?) amata Lega Nord in vista delle elezioni regionali. "Non parlerei di duello nella Lega Nord, ma di patti disattesi e di parole date ma non mantenute”. Così Flavio Tosi dopo il vertice Salvini-Berlusconi sui candidati nelle Regioni. "Mi riferisco ai patti - ha detto all'Ansa - che hanno portato alla quasi unanime candidatura a segretario di Salvini e alla ricostruzione della Lega dopo gli scandali del cerchio magico". Tra le righe qualcuno avrebbe già letto l'intenzione del sindaco di tentare di cambiare la sua carica elettiva in quella di presidente o governatore. In pratica potrebbe scendere "in campo" direttamente, cercando di portare a termine l'intenzione di cinque anni fa, in accordo col partito. Dovesse decidere su un possibile "strappo", Tosi si troverebbe a sfidare il collega di partito Zaia, magari contando sull'alleanza con piccoli gruppi politici in cui si conterebbero Fratelli d'Italia, Ncd, Udc, Futuro Popolare e probabilmente qualche ex esponente di Forza Italia. Il sindaco di Verona ha sempre ribadito che i "patti" sono stati disattesi.

"Gli accordi prevedevano autonomia di decisione per ogni Regione sulle proprie alleanze e liste, non un partito “milanocentrico”, ha spiegato Tosi che poi si è poi tolto il "macigno": "Visto che di patti ne sono stati disattesi fin troppi e che qualcuno, il sottoscritto in particolare, nel tempo ha fatto tanti passi indietro, ritengo giusto che siano finalmente espresse chiarezze e lealtà”. Il sindaco di Verona e segretario dell Liga Veneta ha parlato quindi della sua assenza alla riunione che si è tenuta martedì in via Bellerio, sede del Carroccio. "Per quanto riguarda la riunione della segreteria politica e nella quale si parlava anche delle elezioni regionali del Veneto - ha spiegato -, confermo che il sottoscritto non è stato invitato, ma immagino si sia trattato di una dimenticanza. L’unico dato certo - ha sottolineato Tosi - è ciò che è accaduto fino ad oggi: le tante decisioni e scelte condivise, i tanti patti che sono stati fino ad oggi, uno ad uno, tutti disattesi e di questo prendo atto. Io sono abituato a dare la parola e a mantenerla, evidentemente qualcun'altro no".

La conferma su una sua possibile candidatura arriva anche dalle pagine de La Repubblica che cita "autorevoli fonti venete" e da cui emergono parole inequivocabili: "Salvini vuole fare un congresso l'8 marzo per cambiare lo statuto e togliere a Tosi il potere di scegliere le candidature: è un disegno di isolamento molto chiaro. Se le cose continuano così ci sarebbe spazio per un'altra lista alle regionali, una lista diversa da Zaia, per intercettare il voto moderato e la delusione ampia che c'è in Veneto".

Dovesse partecipare alle Regionali anche con una sola lista civica, Tosi è ritenuto "decisivo" per la vittoria del candidato alla rielezione, Luca Zaia. Ma si dice anche che Salvini attenda l'8 marzo per il congresso in cui probabilmente si deciderà di cambiare lo statuto del partito per dare ampi poteri sulla formazione delle liste elettorali, "tagliando fuori" di fatto l'autonomia locale che, guarda caso, è gestita da Tosi.

PER LA REGIONE - "Per le prossime regionali del Veneto nessuna alleanza è già chiusa nel centrodestra, nemmeno tra Lega Nord e Forza Italia: con Ncd, che è nella nostra maggioranza assieme a Fi e Lega, il tema riguarda i simboli più che le persone” aveva chiarito poco prima il presidente del Veneto e candidato per la rielezione, Luca Zaia, che smentisce "di aver avuto incontri riservati con Salvini”. Sull'assenza di Tosi ha poi spiegato che il sindaco di Verona “era stato invitato” e “se non è venuto probabilmente avrà avuto un problema personale”. Con Tosi e Salvini “è previsto un incontro nei prossimi giorni” anche se pare più giusto, a questo punto, chiamarla “resa de conti”. Forse una settimana, dieci giorni al massimo. “Una sintesi fra questo dualismo” è quella che ha promesso di cercare Zaia, secondo cui in ogni caso da Salvini “non c'è nessuna imposizione. Chiede sempre il parere prima e non impone scelte. “A tutt'oggi il segretario non ha stretto degli accordi: da qui al voto ci sono mesi e prima di parlare di alleanze bisogna definire i programmi", ha continuato Zaia, esprimendo parole di ringraziamento a “Forza Italia per la fiducia che mi hanno dato e nella squadra".

Nella sua maggioranza, compresa Ncd, Zaia ha spiegato che c’è “sintonia” e ciò che accade a livello nazionale è diverso: “Ciò che Salvini pone sul partito di Alfano - ha spiegato - è un tema non irrilevante. Riguarda il simbolo e non le persone che si occupano di politica. E questa è una posizione che condivido”.

Il centrodestra di Zaia sfiderà il Partito Democratico di Alessandra Moretti e il Movimento 5 Stelle di Jacopo Berti. La Lega punta a saldare il rapporto con Forza Italia e con altri movimenti-partiti che pure a livello nazionale si fanno la guerra (taluni solo a parole). Come Fratelli d'Italia. Il caso limite sarebbe il Nuovo Centro Destra di Alfano che Salvini ha già respinto come alleato. Ma che in Veneto potrebbe comunque stringere la mano al leghista. La possibile variazione è che la Lega Nord corra da sola, sempre con Zaia candidato. O tramite una lista del presidente o con un'ampia lista civica (promossa come idea da Tosi).

LA REAZIONE A MILANO - Non si sono fatte attendere le reazioni a Milano. Gli interessati sono Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia e Salvini stesso. Chi ha interpellato il primo considerandolo persona vicina (e si suppone equidistante) ai due esponenti in "lotta", ha riportato parole di distensione: "Tosi - ha spiegato Maroni a margine della presentazione della Giornata Europea del 112 a Milano - porta come esempio la sua esperienza di successo a Verona, quando si candidò con la lista Tosi, la lista Lega e senza Forza Italia. Quindi dal suo punto di vista fa bene a dire 'Io ho vinto', così come io dico che il modello Lombardia per il centrodestra si può esportare perchè qui funziona. Tiene molto bene l'alleanza tra Lega, Forza Italia, Ndc e Fratelli d'Italia. Perchè non guardare a soluzioni d'eccellenza? Stiamo valutando tutto. Queste cose avvengono naturalmente in tutti i partiti, ma quando succede alla Lega sembra sempre una lotta fratricida mentre quando succede altrove è una normale discussione. Anche la nostra è una normale discussione e quindi si troverà una soluzione soddisfacente per tutti".

"Io non ho problemi con nessuno, il mio nemico è il governo Renzi-Alfano" ha commentato Matteo Salvini che ha poi subito messo in chiaro che "per quanto riguarda Luca Zaia il suo buon governo non è assolutamente in discussione". Il segretario federale del Carroccio si allinea con Maroni e parla di vicende "assolutamente risolvibili". Molto probabilmente già nella riunione a tre (confermata) tra Tosi, Zaia e Salvini stesso.

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