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Settimo centenario di Dante, Verona Domani: «Si ricordi anche Cangrande»

Nel 2021, nel capoluogo scaligero si svolgeranno eventi per ricordare il sommo poeta a sette secoli dalla sua morte. Verona Domani chiede di inserire anche appuntamenti che valorizzino la figura del signore che protesse Dante dopo l'esilio

I consiglieri comunali di Verona Domani Mauro Bonato, Marco Zandomeneghi, Massimo Paci e Daniela Drudi, hanno presentato una mozione che chiede all'amministrazione comunale di Verona di mettere in atto una serie di iniziative finalizzate a ricordare e valorizzare la figura di Cangrande della Scala e i suoi statuti in occasione delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri.
Nello specifico, la mozione chiede di ricordare Cangrande come abile conquistatore, scaltro politico, saggio amministratore della sua città, oltre che amico e protettore Dante, il quale gli indirizzò l'epistola XIII e gli dedicò la cantica del paradiso.

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(Ritratto di Cangrande della Scale)

Di conquista in conquista, Cangrande della Scala divenne in breve guida della fazione ghibellina e vicario imperiale, a fianco di Enrico VII e dei suoi discendenti. Dante lo teneva in altissima considerazione non solo per l'ospitalità e il mecenatismo, ma perché vedeva in lui l'abile conquistatore e l'unico signore del tempo in grado di unificare l'Italia.

La mozione, votata all'unanimità dalla commissione cultura del consiglio comunale, chiede l'esposizione nell'atrio di Palazzo Barbieri, o in alternativa alle Arche Scaligere o al Museo di Castelvecchio, degli statuti di Cangrande del 1327, a testimonianza del suo buon governo della città e la realizzazione di una giornata di studi ed un convegno da inserire nelle manifestazioni dantesche previste nel 2021.

«In occasione delle celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, la città di Verona ha il dovere e l'orgoglio di riscoprire la grandezza della signoria scaligera, non seconda per potenza e splendore ad altre forse più famose», ha detto Daniela Drudi, presidente della commissione cultura.

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