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Martedì, 23 Aprile 2024
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Verona, botta su Tosi "dopo 25 anni anni in Lega": "Salvini aveva deciso di farmi fuori e l'ha fatto"

Il sindaco di Verona sulla ribalta dopo la decisione di farlo decadere dal partito: "Matteo ha messo in conto la possibilità che io mi candidi alle regionali dopo questa cacciata. È disposto a correre un grande rischio in Veneto pur di liberarsi di me"

Un controllo della Lega Nord “dittatoriale”. “Contro di me slealtà” e “incoerenza”. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, attacca e accusa all’indomani della sua cacciata dal partito in cui è rimasto per 25 anni, nel bene e nel male. Si è tolto più di un sassolino dalla scarpa parlando con decine di giornalisti in una conferenza appositamente creata per spiegare la sua versione dei fatti. “Sassolini” che lo facevano zoppicare da giorni. E quindi ecco che Matteo Salvini, l’ex amico, collega del movimento, uno dei “giovani” che con lui dovevano traghettare la Lega fuori dal pantano a cui era stata relegata dopo gli scandali degli ultimi anni. Il segretario federale ha emesso la sua “sentenza”: “Dispiace che Tosi abbia voluto creare tante difficoltà a Zaia e al partito. Prendo atto della sua decadenza da militante e segretario della Liga Veneta” erano state le parole, poco equivocabili, pronunciate dopo la scadenza di quell’ultimatum imposto al sindaco che doveva scegliere tra la Fondazione “Ricostruiamo il Paese” e la stessa Lega. Una settimana di tentate mediazioni evidentemente non è servita. Da una parte e dall’altra è stato dichiarato che si era tentato il tutto per tutto. Tosi, a Palazzo Barbieri, ha confermato di aver scritto una lettera “formale di mediazione”. Anche quella sarebbe stata cassata.

TOSI CACCIATO DALLA LEGA, SALVINI: "HA VOLUTO METTERE DIFFICOLTA'"

"SPINGEVO PER UNA MEDIAZIONE" - Perché secondo Tosi è stato Salvini a “volere questa rottura. Mediante un controllo dittatoriale del movimento. E per questo se ne prende la responsabilità”. Perché “sarà una manovra che favorirà il centrosinistra” in un momento delicatissimo. Quello a ridosso delle elezioni regionali.  In tanti (oltre 600 messaggi in tre ore, nella mattinata di mercoledì) gli hanno scritto per sostenerlo, con messaggi di solidarietà e appoggio. Altri attacchi a Salvini arrivano dalle pagine de La Repubblica e de La Stampa, a cui il sindaco veronese ha rilasciato due interviste. ”Fino a martedì sera pensavo che si potesse ancora fare una mediazione ragionevole. In mattinata avevo anche spedito per mail una proposta di compromesso. Ma evidentemente la decisione di sbattermi fuori era già stata presa. Salvini aveva deciso di farmi fuori e l'ha fatto”.

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E alla “slealtà” Tosi aggiunge anche una velata accusa di “ingratitudine”: “Ricordo che alle ultime europee nel Veneto sono stato il candidato più votato della Lega, con oltre 83mila preferenze. Meglio di me solo Alessandra Moretti, ma lei sta in un partito che ha il 40%”. Durante la conferenza, durata circa un’ora e cominciata poco dopo le 15 di mercoledì, nella Sala Arazzi di Palazzo Barbieri, sede municipale del capoluogo scaligero, Tosi ha dovuto ripetere come un mantra che sulle elezioni regionali, vera scintilla che ha fatto esplodere il patatrac interno, non ha ancora deciso. “Mi prenderò un paio di giorni per decidere. La mia scelta può arrivare sabato come lunedì”. Tutto però fa pensare che Tosi sia determinato a lanciare il guanto della sfida e fare tutto per potersi presentare entro il 31 maggio, contro Luca Zaia, candidato di Lega Nord, Lista Zaia e Forza Italia), Alessandra Moretti (coalizione di centrosinistra ma soprattutto Pd) e Jacopo Berti (Movimento 5 Stelle).

Il centrosinistra ha possibilità di farcela in una regionale storicamente legata al centrodestra? “Nel caso, la responsabilità ricadrebbe solo su chi ha creato questa situazione. Che non sono certo io - ha spiegato Tosi -. Salvini ha messo in conto la possibilità che io mi candidi dopo questa cacciata. È disposto a correre un grande rischio alle elezioni in Veneto pur di liberarsi del sottoscritto, che è un uomo scomodo. Se questa non è una gestione dittatoriale del partito... Lo è molto di più rispetto ai tempi di Bossi, che cercava sempre di mediare. Salvini no: non ha voluto la mediazione perché il suo obiettivo era liberarsi di me".

L'ANALISI DI TOSI - "La leadership di Salvini è basata sull'idea che la Lega sia un contenitore di destra dove si urla contro l'euro senza proporre una visione più utile dello stare all'opposizione. Una Lega alleata con l'estrema destra, che tradisce gli ideali del federalismo e in cui non ci può essere spazio per la voce critica di Tosi. Tutto questo divide il centrodestra e nella prospettiva nazionale non fa altro che favorire Renzi. Io cerco di aggregare tutto il centrodestra, partendo dal centro per poi includere anche forze più radicali. Solo così si può sperare di competere con Renzi".  Ipotesi di riappacificazione? Ormai la frattura, da “profondissima” che era, sembra esser diventata insanabile. ”A Zaia stringerei la mano. A Salvini no".

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