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Verona, oltre il Pdl: alleanza Tosi-Meloni per rifondare il centrodestra nazionale

La leader di Fratelli d'Italia ospite del sindaco per rilanciare il progetto politico delle primarie. All'incontro anche La Russa. "Alleati nel metodo. Avanti con la meritocrazia, stop a decisioni dall'alto"

Alleanze e punti in comune. Il progetto politico-nazionale di Flavio Tosi "recluta" tra gli scontenti del partito di Berlusconi. "Il punto è che in realtà il cittadino chiede sempre di più il rapporto diretto con la persona, anche al di là dell'appartenenza politica. La questione dei simboli non sposta il tema: dipende dalle persone che ne fanno parte". Lo ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi, reduce dal tour in Sicilia per presentare la sua Fondazione per l'Italia in vista delle eventuali primarie nel centrodestra. Domenica Tosi ha incontrato nella sua città la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, in un confronto organizzato da Officina Italia, al quale ha partecipato anche Ignazio La Russa. "Il sistema così com'è non serve al paese" ha aggiunto e ha portato l'esempio delle elezioni comunali: "I cittadini scelgono il sindaco che ha i numeri per governare e scelgono anche i consiglieri che vengono eletti. Deve funzionare così anche a livello nazionale. Il premier deve essere scelto attraverso le primarie. Gli elettori di centrosinistra il loro candidato premier se lo scelgono, nel centrodestra non accade e prevale ancora la partitocrazia".

Ha continuato Tosi: "Non è una questione di partiti. Con le primarie diventa un rapporto diretto cittadini-eletti, cittadini-parte politica, e quindi va al di là dello schieramento politico. La cosa che abbiamo in comune è che tutti i due chiediamo la meritocrazia, le primarie, quindi che siano i cittadini che tornano a poter decidere. Al di là di questa legge elettorale che abbiamo fatto anche noi, che appunto invece toglie ai cittadini la possibilità di decidere". Tosi, tornando alla questione delle primarie e della legge elettorale, ha evidenziato: "nella vita i cittadini, le famiglie, le imprese sono abituati a confrontarsi con il merito e a vedere premiato chi è più bravo. Adesso c'è una legge elettorale che fa sì che siano i partiti a scegliere gli eletti e quindi le decisioni vengono calate dall'alto".

I NODI NEL PDL - "Nel Pdl è successo che sono venuti al pettine i nodi che molti di noi avevano tentato di segnalare". Così, invece, Giorgia Meloni. "Intanto - ha spiegato - c'è un problema di linea politica, perché c'è un partito sedicente di centrodestra che di fatto sostiene un governo che porta avanti politiche di centrosinistra. E c'è un problema di aver ritenuto nel Pdl che il consenso enorme di Berlusconi potesse essere sufficiente e tutto il resto non servisse. Ad esempio avere anche un partito, che non servisse selezionare la classe dirigente, che non servisse il consenso, che non servisse la meritocrazia". Parlando del Pdl, ha affermato che "oggi convivono nello stesso partito persone che magari hanno un grande consenso a livello dirigenziale con persone che quel consenso non ce l'hanno, e qualcuno comincia a porre il problema". "Evidentemente - ha concluso - quando l'abbiamo fatto noi, se si fosse fatto un po' meno finta di niente, oggi non si starebbe nelle condizioni in cui si è". E con Tosi? "Siamo sicuramente alleati sul metodo".

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