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«Tsunami di emendamenti» sulla Variante 29. Scontro in consiglio comunale

Presentate 800 proposte di modifica del provvedimento urbanistico che promette di trasformare il volto di tanti quartieri del capoluogo. Se ne lamenta la Lega, ma PD e Bertucco replicano: «Tentiamo di correggere scelte sbagliate»

Una trasformazione urbanistica che riguarderà tanti quartieri di Verona, cambiando intere zone come Croce Bianca, Borgo Venezia, Pestrino, Zai, Borgo Roma, Montorio e Basso Acquar, solo per citarne alcuni. È questa l'intenzione della Variante 29, che nei giorni scorsi ha iniziato in consiglio comunale l'ultimo passaggio amministrativo prima della definitiva approvazione.
Dopo il nulla osta dalla Regione, con il parere positivo della Valutazione Ambientale Strategica, alla Variante 29 manca solo il voto dell'aula consiliare.

La Variante 29 è destinata a cambiare il volto della città da qui ai prossimi decenni, puntando sull'eliminazione del degrado in alcune aree della città e sulle ricadute positive in termini di occupazione e di nuove opere pubbliche.
Circa 10 milioni è il valore delle opere pubbliche realizzate con i contributi compensativi delle 45 schede approvate. Ed è di 300 milioni l'investimento complessivo per i lavori di costruzione. Sono state 189 le manifestazioni di interesse arrivate per le quattro tipologie di bando. Di queste, sono 50 le schede inserite nella Variante 29, scelte dalla giunta in quanto coerenti con le linee guida del documento urbanistico.
Alcuni esempi sono: l'ex stabilimento industriale in lungadige Attiraglio che verrà trasferito per fare posto a nuove residenze e a verde pubblico; al Pestrino verranno recuperate aree lungo il fiume nelle vicinanze del forte Santa Caterina; la rigenerazione dell’ex Tiberghien sarà la molla per rivitalizzare il quartiere circostante; in Basso Acquar nascerà una nuova residenza per anziani.
Delle rimanenti proposte, solo una piccola quota è stata esclusa, in quanto non conformi ai requisiti della Variante. Per altre proposte, gli uffici tecnici hanno individuato invece percorsi amministrativi diversi, più idonei alla tipologia di intervento richiesto. È il caso dell’ex carcere Campone che seguirà l’iter in variante con accordo pubblico privato. Altre proposte saranno realizzate utilizzando il titolo edilizio, un iter più breve perché non necessita dello strumento di variante. Infine, nelle ultime fasi dell’istruttoria, alcuni proponenti si sono ritirati.
Nel complesso, le risposte accolte positivamente sono l'80% di quelle complessivamente arrivate.

Per la Variante 29 sono pervenute un totale di 291 osservazioni di cui gli uffici ne hanno accolte 19; quelle parzialmente accolte sono state 39, e 233 sono state definite non accoglibili.

Ad arricchire il documento, ci sono dieci masterplan guida, ovvero livelli superiori di pianificazione in cui sono definite indicazioni e principi che dovranno essere recepiti in fase di progettazione. Veri e propri telai che saranno la base dei futuri interventi, in particolare per quelli più complessi o per le aree dove c’è maggiore necessità. In questo modo si rende omogenea per servizi e infrastrutture la zona interessata.
Tra le caratteristiche principali della Variante 29, c’è una visione completamente nuova di trasformazione urbanistica, che si basa sul coordinamento tra i vari interventi. Non ci sono progetti a spot senza un disegno omogeneo dell'area circostante. La Variante 29 disegna il territorio in base alle diverse caratteristiche e necessità, alla ricerca di un’armonia dei vari contesti e di coerenza rispetto all’intero tessuto urbano. Per gli stessi masterplan, sono state esaminate e valutate diverse componenti tra cui la viabilità, la presenza di piste ciclabili e ciclopedonali, il verde, i servizi ai cittadini.

Gli interventi che partiranno nei prossimi mesi porteranno maggiori servizi su tutto il territorio, da quelli sportivi a quelli per la persona. Aumenta l’offerta di residenziale di qualità, trovano spazio nuove forme di abitare come le senior housing e gli studentati ma anche il co-working in risposta alla pandemia. Tutti progetti che miglioreranno notevolmente la qualità della vita dei quartieri. Davvero irrisoria l’incidenza delle proposte legate al commerciale, che rappresentano solo il 15% del totale.

Il documento è stato illustrato in aula dall'assessore all'urbanistica Ilaria Segala: «La Variante 29 è un messaggio positivo di rinascita a tutta la città. Per questo è stata portata avanti a ritmi amministrativi mai visti prima, perché l'obiettivo da raggiungere è davvero importante per Verona e significa il suo sviluppo. Il risultato è frutto di un lavoro incessante, che nemmeno la pandemia ha fermato né rallentato. Ci siamo concentrati sulle aree dismesse della città, per dare più sicurezza e servizi nei quartieri. Un piano urbanistico che ha bruciato i tempi della burocrazia, segnando l’inizio di un nuovo modo di pianificare lo sviluppo del territorio, in modo veloce e concreto».

Dopo l'illustrazione del documento, sono bastate poche ore per giungere alla conclusione del dibattito in aula. Terminato dunque anche il tempo utile per la presentazione degli emendamenti. Ne sono stati complessivamente presentati 800, di cui 755 della minoranza, 15 della maggioranza e 30 dal gruppo misto.
Gli emendamenti passano ora al vaglio degli uffici per la valutazione di ammissibilità, ma già sulla loro quantità si consuma lo scontro tra maggioranza e opposizione. I consiglieri comunali della Lega hanno dichiarato: «La Variante 29 è un'importante piano di rilancio urbanistico cittadino e rischia di essere bloccata da un vergognoso tsunami di emendamenti. È questa l'idea che il candidato sindaco Damiano Tommasi e la sinistra hanno dello sviluppo di Verona? Noi siamo impegnati a costruire il futuro della nostra città, loro a demolirlo. Continueremo nel nostro lavoro per portare a termine l'approvazione di questo fondamentale processo di recupero degli ambiti degradati sul territorio comunale».
Dei 755 emendamenti della minoranza, 250 sono stati presentati dai consiglieri del Partito Democratico, i quali hanno commentato: «Nel suo programma elettorale, il sindaco Federico Sboarina aveva detto basta al commerciale ma ecco invece spuntare altri 23mila metri quadri di negozi e supermercati in Zai, che sommati ai 30mila metri quadrati autorizzati con la precedente Variante 23, porta la superficie commerciale autorizzata da questa amministrazione a Verona Sud alla bella cifra di 60mila metri quadrati. Inseriti poi 17mila metri di residenziale all'ex Isap con un parcheggio proprio in riva all'Adige, 41mila metri quadri di funzioni miste lungo Via Bresciana e Via Gardesana e tre palazzi al Pestrino che arrivano fino in riva al fiume. Si tratta di una misura cattiva e dannosa che va ad aumentare anziché diminuire lo squilibrio nei quartieri. I quartieri dormitorio resteranno tali, cioè privi dei servizi essenziali, mentre i quartieri già soffocati dal commerciale verranno ulteriormente gravati di nuove funzioni inutili».
Ma più di 500 emendamenti portano la firma del consigliere Michele Bertucco. «Dall'amministrazione Sboarina, in continuità con l’ex sindaco Tosi, il territorio non è stato governato e la pianificazione urbanistica è stata delegata ai privati che hanno riempito la città di funzioni inutili e ridondanti - ha detto Bertucco - Non confidiamo pertanto nella loro onestà intellettuale nel riconoscere che il consumo di suolo nella Variante 29 c'è eccome. Dopo tanti discorsi sulla riduzione del consumo di suolo si prosegue ostinatamente sulla via dell'assimilazione del territorio veronese alla "megalopoli padana". Un continuum indistinto di edificazioni disperse che cancella le peculiarità del paesaggio veneto. Contro questa deriva, che purtroppo vede silenti anche gli ordini e le associazioni professionali, ho presentato emendamenti nel tentativo di correggere le scelte sbagliate che la maggioranza ha portato avanti a suon di forzature».

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