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Variante 29, subito confronto acceso nel consiglio comunale di Verona

Per il sindaco, questa variante è «un documento urbanistico che cambierà il volto della città». Per la minoranza, ha parlato Bertucco: «Questa è l’ennesima operazione realizzata per fare cassa, con soluzioni che avvantaggiano privati a discapito del consumo di suolo»

È iniziato nel consiglio comunale di ieri, 15 luglio, l'esame della Variante 29, il documento che parte da precise scelte politiche dell'amministrazione per dettare lo sviluppo urbanistico dei prossimi anni. Uno sviluppo basato sul minor consumo di suolo possibile. Una visione della città che pianifica una parte del tessuto già consolidato: tre milioni e mezzo di metri quadrati di aree dismesse, in stato di abbandono e inutilizzate, ma con grandi potenzialità per il contesto in cui sono inserite.
Il documento è il frutto di mesi di intenso lavoro e della concertazione con i soggetti pubblici e privati e i principali portatori di interesse cittadini, per intraprendere interventi di riqualificazione urbana, ambientale ed edilizia o azioni di riuso temporaneo.

VIDEOREGISTRAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI VERONA DEL 15 LUGLIO 2021

Delle 189 manifestazioni di interesse arrivate per le quattro tipologie di bando, sono 50 le schede inserite nella Variante 29, scelte dalla Giunta in quanto coerenti con le linee guida del documento urbanistico. In relazione alle manifestazioni d'interesse ammesse (pari a 72 ettari di urbanizzato complessivo), vi si ritrovano 15 ettari di recupero dell’esistente e 57 ettari di ristrutturazioni urbanistiche. Nel complessivo si tratta di interventi al 39% a residenziale, al 27% servizi pubblici o privato ad uso collettivo, al 18% commerciale, al 7% produttività-artigianale, al 6% terziario e al 3% turistica-ricettiva. Alcuni esempi sono: l'ex stabilimento industriale in Lungadige Attiraglio verrà trasferito per fare posto a nuove residenze e a verde pubblico; al Pestrino verrà recuperato il forte Santa Caterina; la rigenerazione dell'ex Tiberghien per rivitalizzare il quartiere circostante; in Basso Acquar nascerà una nuova residenza per anziani. Delle rimanenti proposte, solo una piccola quota è stata esclusa, in quanto non conforme ai requisiti della Variante. E per altre proposte, gli uffici tecnici hanno individuato percorsi amministrativi diversi, più idonei alla tipologia di intervento richiesto. È il caso dell’ex carcere Campone e dell’ex sede della Camera di Commercio in Piazza Erbe, la Domus Mercatorum, che seguiranno l’iter in variante ordinaria. Altre proposte saranno realizzate utilizzando il titolo edilizio, un iter più breve perché non necessita dello strumento di variante. Nelle ultime fasi dell’istruttoria, poi, alcuni proponenti si sono ritirati.
Nel complesso, le risposte accolte positivamente sono l’80% di quelle complessivamente arrivate. Ad arricchire il documento, ci sono dieci masterplan guida, ovvero livelli superiori di pianificazione in cui sono definiti le indicazioni e i principi che dovranno essere recepiti in fase di progettazione. Veri e propri telai che saranno la base dei futuri interventi, in particolare per quelli più complessi o per le aree dove ce ne sono di più. In questo modo si rende omogeneo per servizi e infrastrutture la zona interessata.
Tra le caratteristiche principali della Variante 29, c’è una visione completamente nuova di trasformazione urbanistica, che si basa sul coordinamento tra i vari interventi. La Variante 29 disegna infatti il territorio in base alle diverse caratteristiche e necessità, alla ricerca di un’armonia dei vari contesti e di coerenza rispetto all’intero tessuto urbano. Per gli stessi masterplan, sono state esaminate e valutate diverse componenti tra cui la viabilità, la presenza di piste ciclabili e ciclopedonali, il verde, i servizi ai cittadini.
Il documento è stato illustrato all'aula dall'assessore alla pianificazione urbanistica Ilaria Segala: «Con la Variante 29 viene lanciata la sfida di avviare un processo di recupero degli ambiti degradati e abbandonati della città, attraverso un progetto urbanistico di riqualificazione urbana e ambientale diffusa e puntuale. L’intento è quello di promuovere la riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione ambientale, sostenendo azioni di ristrutturazione edilizia e urbanistica, di rimozione di condizioni di degrado e di rinaturalizzazione dei suoli, valorizzando anche interventi di demolizione, come forma di creazione di ricchezza e come opportunità per realizzare progetti di nuovo valore urbanistico, culturale, paesaggistico e sociale. Un percorso di pianificazione che vuole confrontarsi con le sfide del reperimento e del risparmio delle risorse, della riqualificazione dello spazio pubblico, con modelli differenti di mobilità dolce proposti dal nuovo Pums, in fase di approvazione e adozione, e che vuole connettersi con le politiche ambientali comunali di risparmio energetico e adattamento climatico, individuate dal Paesc in fase di adozione e dall'Agenda 2030. L’obiettivo futuro della Variante 29 è quello di favorire, nell’attuazione del Piano degli Interventi e del PAT, specifici percorsi di trasformazione rigenerativa per quattro tipologie di degrado della città, da sviluppare attraverso: l'apporto partecipativo dei protagonisti pubblici e privati alla progettazione; l’attuazione e gestione di interventi di riqualificazione, recupero e riabilitazione del tessuto urbano, sociale, economico delle parti di città più fragili per degrado, marginalità e abbandono. Un percorso che richiederà non solo di riconoscere i nuovi processi di trasformazione urbana e sociale e le tendenze in atto, con riferimento ai tessuti esistenti della città, ma di correggere nel tempo la disciplina urbanistica e ambientale, che meglio consentirà di recepirle, sia a livello di Piano degli interventi, sia a livello di PAT».
«Una Variante che rappresenta un grande lavoro di studio e di partecipazione pubblica - ha sottolineato il sindaco Federico Sboarina - volta a rivedere l’assetto urbano della città, con un grande ed importante riscatto delle aree degradate e abbandonate, che tornano a vivere rigenerando intere zone e quartieri cittadini. La città, che ha risposto positivamente, si attende ora un lavoro politico volto ad assicurare il bene della collettività. Il confronto sullo sviluppo coerente che abbiamo progettato è importante, ma non deve mancare la volontà di operare per dare a Verona un documento urbanistico che ne cambierà il volto. Ora può davvero partire uno sviluppo coerente del territorio, la cui regia e controllo sono sempre in capo all'amministrazione, perché la rigenerazione che vogliamo deve inserirsi correttamente e in modo armonioso nel contesto, senza generare alcun impatto negativo. Prende forma la nostra visione di città, in un complessivo rilancio e valorizzazione del territorio urbano».
Critico il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco che, nella relazione di minoranza, ha evidenziato: «l'assoluta mancanza di visione futura della città. Un documento senz’anima, che non fa altro che recepire le indicazioni regionali, senza definire l'idea di città dell'amministrazione Sboarina. Una Variante su cui non è stato portato avanti alcun confronto politico serio, ma sono state forzate tutte le tempistiche. È chiaro il desiderio di giungere presto ad un nuovo successo amministrativo, che non porterà però alcun vantaggio alla città, anzi. La Variante, secondo quanto dichiarato dal sindaco, dovrebbe rappresentare un processo di rigenerazione per la città, nella realtà invece è l’ennesima operazione realizzata per fare cassa, con soluzioni che avvantaggiano privati a discapito del consumo di suolo. Nessuna idea di città dunque, se non la volontà di speculare ancora una volta a discapito di Verona e dei suoi cittadini».
Nel dibattito, sono poi intervenuti i capigruppo Tommaso Ferrari (Traguardi Verona), Federico Benini (PD), Carla Padovani (Gruppo Misto). E collegati alla delibera sono stati presentati più di 600 emendamenti.

Ad inizio seduta, infine, è stato commemorato dall’aula l'ex assessore Casimiro Margoni, deceduto il 3 giugno scorso. A darne memoria, in rappresentanza dei consiglieri comunali emeriti, Gianarnaldo Caleffi.

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