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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Valdegamberi: "No alle fiduciarie negli appalti pubblici"

Proposta del consigliere regionale dell'Udc Stefano Valdegamberi "per combattere l'illegalità in Veneto"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeronaSera

La regione e tutte le pubbliche amministrazioni esigano la massima trasparenza dalle aziende che partecipano agli appalti pubblici. A questo proposito ho presentato una mozione al Consiglio regionale del Veneto nella quale chiedo, al governatore Zaia e alla sua giunta, di adottare tutte le misure per impedire alle società fiduciarie di partecipare ad appalti pubblici.

Le società fiduciarie gestiscono affari per conto di persone che restano anonime e non possono essere individuate. Credo sia legittimo che la Pubblica amministrazione si ponga il problema di come comportarsi, nel caso si trovi di fronte a società fiduciarie, quando deve aggiudicare concessioni o appalti, o in casi di acquisti, vendite, espropri o qualsiasi altro rapporto economico e/o giuridico tra ente pubblico e soggetti privati. La Legge 19 marzo 1990, n. 55, tesa a combattere le infiltrazioni della malavita nell’economia, prescrive,infatti, all’articolo 17, comma 3, “il controllo sulle composizioni azionarie dei soggetti aggiudicatari di opere pubbliche, ivi compresi i concessionari, e sui relativi mutamenti societari” e per le “società fiduciarie autorizzate ai sensi della legge 23 novembre 1939, n. 1966”, impone che esse possano essere ammesse “a condizione che provvedano, entro trenta giorni dalla richiesta effettuata dai soggetti aggiudicatari, a comunicare alle amministrazioni interessate l'identità dei fiducianti”; nel caso ciò non avvenisse, si potrebbe configurare la nullità di aggiudicazioni di concessioni, appalti a società fiduciarie o, a società a loro volta partecipate da società fiduciarie, che non rendano noti i propri rappresentanti.

Dopo la promulgazione della citata “Legge antimafia”, anche la Corte dei Conti ha più volte ribadito (ad esempio nella sentenza nr. 101 del 22 giugno 1993) che non può bastare “la mera indicazione delle quote percentuali delle società detenute da altre società di capitali la cui composizione non sia precisata”, ma che è indispensabile che la Pubblica amministrazione richieda “l’effettiva trasparenza, realizzata attraverso l’esplicitazione della composizione azionaria della società aggiudicataria, intesa quale indicazione delle persone fisiche titolari delle quote”. La trasparenza è indispensabile, poiché solo conoscendo nome e cognome di tutti i soggetti che entrano in relazione con la pubblica amministrazione, è possibile dimostrare con certezza che essa agisce esclusivamente per l’interesse pubblico; in questo modo, inoltre, cade ogni sospetto che potrebbe compromettere la credibilità delle istituzioni agli occhi del cittadino .La pubblica amministrazione deve garantire che gli atti dei suoi rappresentanti – siano essi decisori politici, siano essi funzionari – corrispondano al bene pubblico e non all’interesse privato, proprio o altrui.

La risposta alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici è quella di impedire a quelle società che non siano, o non si rendano, trasparenti, perché non permettono di individuare con certezza l’identità delle persone fisiche che ne detengono le quote , di concorrere all’aggiudicazione di appalti pubblici. Nella mia mozione chiedo alla Giunta regionale, invitando a fare altrettanto a comuni e province, di esigere che le società cui l’amministrazione regionale affidi concessioni o appalti, da cui acquisti o, a cui espropri beni, o con cui comunque entri in relazioni di qualsiasi tipo, rendano pubblici i nomi delle persone fisiche che ne detengono le quote, sia direttamente che attraverso altre società. Gli amministratori  pubblici che ,in questi giorni, hanno espresso la loro preoccupazione sul dilagare delle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici passino dalle parole ai fatti.

Il Consigliere Regionale Udc
Stefano Valdegamberi
 

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