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Donald Trump, presidente anti establishment? Flavio Tosi: "Una fesseria"

Il nuovo presidente degli Stati Uniti brinderà alla vittoria con l'amarone donatogli da Briatore. Intanto continuano i commenti sulle elezioni d'oltreoceano

"Solo persone con scarsa lucidità o sotto l’effetto di sostanze allucinogene possono definire Donald Trump un personaggio anti estabilishment e azzardare paralellismi e analogie tra le elezioni degli Stati Uniti e il prossimo referendum per la riforma costituzionale in Italia: sono cose profondamente diverse anche se il voto può essere influenzato, in Italia come negli Usa, da valutazioni che sono estranee ai temi reali del confronto".

Non tanto una critica a Trump, quanto ai suoi sostenitori nostrani quella del leader di Fare! e sindaco di Verona Flavio Tosi. "Trump è un imprenditore miliardario, che fa parte dell'elite economica e finanziaria statunitense - ha scritto Tosi - Trump ha cavalcato slogan elettorali e parole d’ordine anti establishment come strumenti di propaganda per vincere le elezioni. Non mi stupisce che i piccoli “aspiranti Trump” d'Italia cerchino di trovare ad ogni costo analogie e somiglianze tra la situazione statunitense e quella italiana: l'unica cosa che può accomunare la campagna elettorale di Trump e quella sul referendum per la riforma costituzionale è l'affidarsi a slogan e parole d'ordine slegate al merito del quesito referendario e centrate su argomenti che nulla hanno a che fare con contenuti della riforma. L'argomento principale di gran parte dell’opposizione alla riforma è il mandiamo a casa Renzi, seguito dal tema dell’immigrazione e degli sbarchi: si affidano cioè a temi che rischiano di incidere sul risultato della consultazione anche se non c'entrano nulla con il quesito sottoposto al voto degli elettori".

Un riferimento quello di Flavio Tosi ai leghisti che pensano che l'elezione di Trump porti vantaggi economici e politici al Veneto e all'Italia. Ma anche agli esponenti del Movimento 5 Stelle, ad esempio la deputata veronese Francesca Businarolo che ha dichiarato: "L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca è il segnale che i cittadini non ne possono più dell’establishment. Da anni il Movimento 5 Stelle rappresenta un argine in Italia contro una certa deriva xenofoba e populista e lo fa ascoltando e cercando di capire quelle stesse persone che altrove, per protesta, scelgono movimenti antisistema che pendono in maniera netta verso destra. Questo continuerà ad essere la nostra missione e una battaglia importante, da questo punto di vista, sarà quella referendaria. L’ultima cosa che può fare bene al paese, in questo momento, è una Costituzione riscritta per concentrare il potere nelle mani di pochi".

A destra non c'è solo la Lega a gioire, ma anche anche Fratelli d'Italia - An. Il coordinatore regionale Sergio Berlato parla di "schiaffo sonoro per il governo Renzi-Alfano, pessima fotocopia della già deludente coppia Obama-Clinton, preannunciando una sconfitta per PD ed alleati al prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre".

E oltre a Micheal Moore, anche un'altra persona aveva previsto la vittoria di Donald Trump. È il candidato sindaco di Verona Pulita Michele Croce che ha aggiunto: "Io non avrei votato nessuno dei due perché entrambi hanno grossi scheletri negli armadi e io non sono mai stato abituato a scegliere il meno peggio, ma rimane il fatto che la gente si è fidata di lui più che della Clinton, e questo dovrebbe far riflettere tutti. Trump è un uomo al di fuori dei partiti, essendo stato osteggiato e contrastato anche dal suo stesso schieramento, ma la gente lo ha voluto presidente, a dispetto della totalità dei sondaggi".

Infine, oltre ai commenti veronesi, che probabilmente in questo momento interesseranno poco al nuovo presidente degli Stati Uniti ci sarà un po' di territorio scaligero nei festeggiamenti di Donald Trump. Per congratularsi con lui, Flavio Briatore gli ha inviato tre bottiglie magnum di amarone. 

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