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Tre ostacoli da superare per il filobus e il Pd ironizza: "Lo stiamo aspettando dal 2011"

Il nuovo Piano provinciale dei trasporti pubblici, il deposito dei mezzi e la sede di Atv, la discarica chiusa 40 anni fa alla Genovesa: sono queste le questioni che ora stanno impedendo l'inizio dei lavori

Ci sono ancora tre problemi da risolvere prima di poter dare il via ai lavori per la costruzione della nuova linea di Filobus che attraverserà Verona: il nuovo Piano provinciale dei trasporti pubblici, il deposito dei mezzi e la sede di Atv, la discarica chiusa 40 anni fa e rispuntata fuori alla Genovesa. 

Per quanto riguarda il nuovo piano dei trasporti, per legge, spetta alla Provincia la sua realizzazione. Dovrà essere ridefinita la rete urbana ed extraurbana, nella quali dovranno coesistere autobus e filobus. Un lavoro complesso che verrà affidato ad un tavolo tecnico, il quale dovrà tenere in considerazione i circa 23 chilometri di filovia basati su due linee (San Michele Extra-Stadio e Borgo Roma-Ca' di Cozzi) e rivedere gli attuali percorsi dei bus cittadini e di quelli provenienti dalla provincia. Sembra inevitabile le sovrapposizioni in alcune strade e si dovrà quindi trovare il metodo migliore per farle convivere. 

La Provincia è coinvolta anche nella questione del deposito mezzi della nuova opera di trasporto. Nell'area comunale della Genovesa dovrebbe sorgere la struttura per i 37 filobus, la sede degli uffici di Amt e anche la sede di Atv, quest'ultima ora in un'area provinciale. Il problema nasce proprio li. Il presidente Pastorello, come riporta L'Arena, in un incontro con dirigenti Atv e del Comune di Verona, ha posto una condizione: "Noi siamo disponibili a trasferire la sede di Atv alla Genovesa, in area comunale, ma siccome dobbiamo vendere l'immobile di lungadige Galtarosssa, chiediamo che il Comune ne cambi la destinazione d'uso. Solo così sarà più appetibile per un potenziale acquirente. Solo così avremmo più soldi da destinare all'operazione sede unica, alla Genovesa". Si ipotizza quindi una trasformazione dell'area con destinazione a uffici o commerciale. Pastorello poi ha proseguito dicendo: "Giusto andare alla Genovesa ma è chiaro che, come anche indicato ad Atv, noi dobbiamo verificare la sostenibilità economica dell'operazione". 

Infine la discarica, che occupa un'area di circa 7 mila metri quadrati, sui 150 della Genovesa. Sulla vicenda si è espressa Amt, affermando che la bonifica non sarà necessaria, essendo dismessa da tanto anni. Ma servirà spostare di qualche decina di metri un fabbricato della zona.

Sulla vicenda è intervenuto anche Michele Bertucco, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale: 

Ricapitolando: non sono ancora stati scelti i mezzi che dovranno circolare; mancano i parcheggi scambiatori (non inseriti nel progetto ma richiesti dalla conferenza dei servizi); il progetto esecutivo dell'opera è soltanto “validato”, che fuori dal burocratese significa non ancora approvato; sono partiti soltanto due cantieri preliminari; non c'è alcuna certezza sulla sostenibilità dei costi di gestione dell'opera; manca il Piano del trasporto pubblico locale; i punti di interscambio con gli autobus extraurbani non sono stati definiti; la Provincia non ha un progetto per la dismissione della vecchia sede delle corriere. Per essere un'opera che ha già visto la cerimonia di posa di ben due “prime pietre” (l'ultima lo scorso gennaio) il ruolino di marcia del filobus sembra girare all'indietro anziché in avanti. Il fatto che la delega al Filobus sia passate al Sindaco, che come abbiamo visto ha ben altro a cui pensare, non è foriero di grandi certezze. Vedremo quanto dureranno ancora queste grandi opere. Sta di fatto che nel gennaio 2011, l'amministrazione annunciava trionfante: "Filobus, cantiere aperto entro l'anno”. Sono passati quattro anni e mezzo e siamo ancora qui ad aspettare.

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