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Urbanistica partecipata per aumentare la sicurezza, la proposta di Traguardi

Il movimento civico ha presentato un emendamento al bilancio di Verona per rendere strutturali una serie di piccole trasformazioni degli spazi pubblici coinvolgendo i cittadini

Rastrelliere per biciclette, tavoli e panchine, un canestro con due spalti e qualche attrezzatura sportiva. Dotare gli spazi pubblici di questo tipo di servizi costituisce un intervento leggero e a basso costo che, però, potrebbe ridefinire i tratti di alcune zone della città di Verona dove gruppi di ragazzi si ritrovano a perdere tempo. Per questo motivo, il movimento civico Traguardi proporrà un emendamento al bilancio per rendere strutturali, nei quartieri, le iniziative di cosidetta «urbanistica partecipata»: un insieme di azioni di micro-trasformazione degli spazi pubblici che avviene grazie al coinvolgimento della cittadinanza e attraverso interventi temporanei, veloci e leggeri anche dal punto di vista burocratico, ma dal forte impatto visivo e capaci di innescare un miglioramento della vivibilità urbana.

Per Traguardi la progettazione partecipata di interventi urbanistici può essere uno strumento per aumentare la sicurezza urbana e ieri, 8 febbraio, lo hanno spiegato il consigliere comunale Tommaso Ferrari, la vicepresidente di Traguardi Beatrice Verzè ed il segretario del movimento Giacomo Cona.
«La sicurezza e l'ordine pubblico sono obiettivi primari, ma per contrastare il fenomeno delle baby gang non bastano le azioni repressive o il presidio del territorio, perché si rischia di spostare semplicemente il problema da un luogo all'altro, anziché eliminarlo - ha detto Ferrari - Siamo dell'idea che la questione vada affrontata soprattutto in maniera preventiva, innanzitutto interrogandosi su cosa serva a quel quartiere e in quel determinato spazio e poi intraprendendo un processo di cambiamento che parta dalla riprogettazione urbanistica».
Un processo in cui il Comune può ricoprire un ruolo da protagonista, attivando azioni di urbanistica partecipata. «È possibile - ha spiegato Giacomo Cona - rendere i ragazzi protagonisti di un percorso di rifunzionalizzazione degli spazi, per mettere in contatto con le altre fasce di popolazione e ricreare quelle comunità di quartiere che consentono a tutti di sentirsi più sicuri. Le esperienze non mancano, sia in Italia che altrove».
E gli esempi sono stati illustrati da Beatrice Verzè: «Il parco giochi di Via Abba, nel cuore di Borgo Trento, avrebbe tutte le carte in regola per diventare un luogo di aggregazione e per il tempo libero, ma purtroppo da diversi anni è mal frequentato da gruppi di ragazzi. Le segnalazioni dei residenti non si contano. Altri spazi su cui intervenire potrebbero essere la piazzetta di Via Maddalena antistante la piastra polifunzionale del Saval e la zona di Piazza Zara».

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