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Politica Borgo Trento / Via Goffredo Mameli

Traforo, Pd rilancia progetto alternativo. Bertucco punta alla sostenibilità

I Democratici chiedono di "uscire dalla propaganda miracolistica" e "riprendere un'attenta analisi della situazione reale", mentre per l'esponente di Verona Piazza Pulita vorrebbe partire dalla "disincentivazione dell'uso del mezzo motorizzato privato"

Quando parliamo di Traforo parliamo del nodo viabilistico al Teatro Romano, che è un grande polo attrattore di traffico sia per la presenza di molte scuole, sia per la sciagurata scelta che a suo tempo fece la giunta regionale in cui Tosi era assessore alla Sanità di mantenere l’ospedale a Borgo Trento anziché delocalizzarlo”.

Così i consiglieri comunali del Partito Democratico Luigi Ugoli ed Eugenio Bertolotti, che proseguono: “Discutere seriamente di questo problema significa innanzitutto uscire dalla propaganda miracolistica degli ultimi anni che presentava il traforo come la soluzione di tutti i mali, e in seconda battuta riprendere un’attenta analisi della situazione reale dalla quale trarre le soluzioni più razionali, rendendosi conto che nessuna di esse sarà semplice o economica. Non è semplice delocalizzare le scuole che insistono nella zona; programmare aperture e chiusure ad orari differenziati delle attività che afferiscono a quella zona, oppure valutare la fattibilità di una galleria urbana che risolva parte delle criticità emerse con il progetto di Tosi, ma su questo che ci impegniamo a lavorare per dare delle risposte serie e realistiche ai problemi della città e dei veronesi”.

Proprio sulla galleria urbana il parlamentare Diego Zardini e il responsabile viabilità Pd Carlo Pozzerle rilanciano il progetto elaborato cinque anni fa dal Partito democratico per collegare i quartieri Est di Verona con Borgo Trento: “Un’infrastruttura – spiegano – pensata non a servizio esclusivo del trasporto privato, ma aperta anche e soprattutto al trasporto pubblico di massa (anche di tipo filoviario), che permetterebbe di salvaguardare Veronetta e la zona del Teatro Romano, trovando all’uscita di Via Mameli una strada già a quattro corsie e la possibilità di un parcheggio multipiano per l’Ospedale di Borgo Trento. Una soluzione leggera, meno costosa e certamente più bancabile del Traforo di Tosi, di cui a ragione abbiamo sempre ribadito l’insostenibilità, che permetterebbe inoltre di superare il concetto di finanza di progetto, con futuri costi minimi di pedaggio, se non nulli per i cittadini”.

L'ex Pd Michele Bertucco invece, ora nel gruppo Verona Piazza Pulita, vede come primo passo da compiere l'incentivazione dell'uso dei mezzi pubbilici o ecologici (come le bici), a discapito dei veicoli privati. Un'idea che avvicinerebbe Verona alle grandi città europee: "La mobilità non si fa fa per spot o per slogan, in tutte le grandi città essa è realizzata a partire da una pianificazione, mentre a Verona abbiamo un piano del traffico urbano vecchio di decenni. Sotto questo aspetto le promesse di Tosi hanno cristallizzato il tempo agli anni Settanta-Ottanta, con il trasporto su bici fermo al 7% e quello pubblico 8%. Un Sindaco che crede così tanto all’utilità del filobus che nel piano triennale delle opere non ha fatto inserire nemmeno i parcheggi scambiatori, altro che mille giorni di lavori!
Da dove ripartire, quindi? Prima di azzardare qualche altra fantasiosa opera infrastrutturale occorre per lo meno portare la mobilità sostenibile vicina ai livelli europei, facendo crescere la mobilità ciclistica e potenziando il trasporto pubblico. Pedonalizzazioni e allargamento della Ztl erano previsti persino nel programma del Sindaco, ma questo non si realizza se non si investe e se non si prendono misure di disincentivazione dell’uso del mezzo motorizzato privato. Tutte le città moderne hanno un sistema efficiente di parcheggi scambiatori collegati con mezzi pubblici, perché Verona dovrebbe credere di poterne farne a meno?
Il problema è che le opere infrastrutturali vengono spesso usate come feticcio dalla politica, ma tutti i grandi urbanisti che hanno messo gli occhi sulla nostra città ci hanno detto che non c’è un’opera risolutiva se prima non si cambia la composizione del traffico. Se non lo comprendiamo continueremo ad inseguire i feticci dei vari Tosi di turno".

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