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Venerdì, 29 Marzo 2024
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I Tosiani alla carica: "I droni non risolveranno i problemi dell'inquinamento da Pfas"

"La vera problematica però è un’altra ad oggi le Province non hanno ancora sospeso la distribuzione dei fanghi inquinati nonostante le gravi situazioni che si stanno verificando.", lo hanno detto i consiglieri tosiani Negro, Conte e Casali

I droni non risolvono la situazione legata agli spandimenti di materiale contaminato sui campi: perché la Regione permette ancora la distribuzione di fanghi inquinati sui terreni? Sollecitiamo un intervento rapido che sospenda l’autorizzazione”.

Così i consiglieri regionali tosiani Giovanna Negro, Maurizio Conte e Stefano Casali hanno commentato la notizia dell’utilizzo dei droni da parte di Avepa e Arpav per il monitoraggio di terreni e acque allo scopo di prevenire inquinamenti e contaminazioni.

Siamo favorevolissimi all’utilizzo delle tecnologie più avanzate – affermano i consiglieri – anche se ci chiediamo fino a che punto l’occhio elettronico “aereo” possa effettivamente individuare la presenza di fanghi inquinanti. Sostanze che, una volta interrate ed assorbite dal terreno entrano nella catena alimentare e quindi non sono individuabili con i droni. La vera problematica però è un’altra – proseguono i tosiani – ad oggi le Province non hanno ancora sospeso la distribuzione dei fanghi inquinati nonostante le gravi situazioni che si stanno verificando. Nell’ultimo Consiglio regionale è stato evidenziato come, ad esempio, le uova potrebbero risultare tossiche perché le galline, assieme al mangime, hanno ingerito dei fanghi inquinati. Il rischio è quindi sempre più concreto ed attuale per la certificazione dei prodotti che vengono dalla nostra terra, fino ad oggi sinonimo di qualità e certezza per le nostre imprese agricole”.

“Le autorizzazioni – aggiungono i consiglieri - allo spargimento dei fanghi le forniscono le Province in base al nulla osta tecnico dell’Arpav. Dal 2014 si attendono i dati sui fanghi prodotti da depuratori e poi autorizzati allo spargimento sui terreni agricoli, dati che ad oggi non si sono ancora visti e proprio Arpav ha evidenziato come i PFAS siano presenti nelle falde acquifere di gran parte del territorio Veneto”.

“Per questo situazione di incertezza e rischio di alimenti contaminati da Pfas – concludono i tosiani - sollecitiamo la Regione di intervenire con le Province per sospendere immediatamente l’autorizzazione alla distribuzione dei fanghi sui terreni in attesa di avere un quadro chiaro della situazione veneta che oggi purtroppo non c’è.”

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