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Politica Centro storico / Piazza delle Erbe

Tosi e la variante "veronese" del virus, ovvero la difesa dei polmoni contingibile e urgente

Flavio Tosi dice che in città abbiamo la variante veronese del virus che ti attacca a tre metri di distanza, ma se sei seduto al bar a un metro, e a quindici dalle fermate degli autobus

Non è la prima volta che lo affermiamo, l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi, nonché attuale consigliere comunale di minoranza, ha un innato e spiccato talento attoriale. Dopotutto non c'è di che stupirsi: la politica non è forse la prima "scena" per quell'animale dotato di linguaggio che è l'uomo, ed il "politico" non è forse anzitutto il primo "attore" tra gli esseri umani? È in fondo così che da Ronald Reagan a Conan il barbaro aka Terminator, aka governatore della California, gli esempi certo non mancano in tal senso.

Ma lasciamo ora gli States e torniamo nella gaudente Verona. In tempi di pandemia Flavio Tosi riesce a strappare qualche sorriso, sfoderando il suo talento comico in chiave satirica. Il bersaglio? Naturalmente il suo successore, quel Federico Sboarina che, suo malgrado, si trova oggi a dover gestire una delle situazioni più complicate dal secondo dopoguerra. A solleticare Flavio Tosi questa volta è stato un provvedimento specifico del primo cittadino scaligero che, con apposita ordinanza sindacale, ha istituito fino al prossimo 6 aprile 2021 «il divieto di fumare anche con "dispositivi elettronici" nel raggio di 15 metri dalla segnaletica verticale che indica le fermate del trasporto pubblico o alla medesima distanza dagli ingressi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado inclusi i servizi per l’infanzia, qualora in tali spazi siano presenti altre persone».

Oltre a ciò, nell'ordinanza firmata dal sindaco Sboarina viene specificato che vige «su tutto il territorio comunale l’obbligo del distanziamento interpersonale di almeno 3 metri, in via continuativa, tra il fumatore e ogni altra persona presente, fatti salvi plateatici e aree di somministrazione dei pubblici esercizi dove trova applicazione il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro». Le multe per chi trasgredisce vanno dai 400 ai 3.000 euro. Nella motivazione dell'ordinanza, il sindaco richiama i caratteri di "contingibilità" ed "urgenza" del provvedimento, con riferimento proprio alla situazione epidemiologica del territorio locale, nello specifico ponendo l'attenzione sul fatto che al verificarsi di «aggregazioni spontanee le persone che fumano, comprese quelle che utilizzano "dispositivi elettronici" potrebbero aumentare i rischi di diffusione del virus all’atto di fumare, dovendo a tal fine rimuovere o abbassare il dispositivo di protezione individuale del tipo "mascherina" utilizzato».  

Flavio Tosi, evidentemente poco incline ad accettare queste motivazioni, nella giornata di ieri ha improvvisato un vero e proprio show in piazza delle Erbe. Il consigliere comunale si è armato di metro estendibile ed ha misurato i 15 metri di lunghezza dalla fermata del bus, richiamando al rispetto delle giuste distanze un proprio amico incontrato "casualmente" ed intento per l'appunto ad appicciarsi una sigaretta, inizialmente troppo vicino però alla segnaletica dei mezzi pubblici. Ma non solo, perché Tosi si è anche preoccupato di misurare i tre metri di distanza dalle altre persone, mostrando all'amico fumatore come basti un attimo per scivolare nell'irregolarità. Tosi, in conclusione, ha quindi spiegato, rigorosamente in dialetto nostrano, che «c'è la variante veronese, se vai a fumare a San Giovanni Lupatoto, Negrar o in tutta Italia, puoi fumare, ma noi a Verona abbiamo la variante veronese: il virus attacca dentro i quindici metri dalla fermata, a tre metri da me e da te, però se ti siedi giù al tavolo è a un metro, è la variante veronese del Covid». 

Ora, al netto dell'indiscutibile divertimento che scuscita, il video di Flavio Tosi consente di porre una semplice questione piuttosto interessante: il provvedimento di Sboarina necessita davvero di essere associato all'emergenza epidemiologica in atto per risultare giustificato? Cioè a dire, abbisogna del carattere di ordinanza contingibile ed urgente? In realtà no. Lo dimostra il fatto che a Milano, ad esempio, misure similari sono state fissate dal sindaco del capoluogo lombardo, o meglio dal Consiglio comunale, indipendentemente dalla pandemia da Covid-19, semplicemente essendo contenute nel Regolamento per la qualità dell'aria del Comune meneghino approvato a novembre 2020. Le motivazioni esplicite, in questo caso, furono che tali disposizioni «aiutano a ridurre il PM10, ossia le particelle inquinanti nocive per i polmoni e tutelano la salute dei cittadini dal fumo attivo e passivo nei luoghi pubblici e frequentati anche dai minori».

I milanesi, infatti, non fino al 6 aprile, ma finché il Regolamento non subirà eventualmente delle variazioni, dallo scorso 19 gennaio 2021 non possono più fumare presso le fermate dei mezzi pubblici, nei parchi, nelle aree cani, nelle strutture sportive e, inoltre, possono eventualmente farlo solo se si mantengono non a tre, bensì a ben dieci metri di distanza dalle altre persone. Lo stesso Regolamento comunale prevede poi che dal 2025 il divieto di fumo si estenda a tutte le aree pubbliche all'aperto. Un tempo, ce lo ricordiamo in modo vago, si fumava liberamente dentro i locali e persino nelle università, oggi appare a chiunque normale non farlo più. E non è detto che tra dieci anni sia ovunque accettato che anche all'aperto, se ci si accende una sigaretta, lo si debba fare avendo cura di non disturbare i polmoni altrui, indipendentemente dal coronavirus. In vista delle prossime elezioni amministrative a Verona, dunque, sarebbe forse utile capire che ne pensano gli sfidanti Federico Sboarina (o, anzitutto, la stessa Ass. all'Ambiente Ilaria Segala) e Flavio Tosi del Regolamento comunale adottato a Milano, nell'attesa ovviamente che vi sia poi la possibilità di rivolgere la questione anche a un candidato del Pd, al momento, ça va sans dire, avvolto ancora da una nube di fumo. 

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