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Tosi, Bisinella e Bertaia a colloquio con il prefetto su sicurezza e accoglienza profughi

Vandalismo e baby gang tra i temi affrontati nel confronto con Cafagna. «Sarà rafforzato presidio delle aree sensibili», hanno dichiarato il deputato e le consigliere comunali. E sul cas nel quartiere Filippini avanzata la richiesta di attivarlo altrove

Lunedì scorso, 17 aprile, il deputato veronese Flavio Tosi e le consigliere comunali Patrizia Bisinella ed Anna Bertaia hanno incontrato il prefetto Donato Cafagna per un confronto istituzionale su sicurezza e gestione dell'accoglienza.

In merito alla sicurezza, sono stati affrontati due fenomeni presenti in città: il vandalismo contro moto e auto, spesso cannibalizzate, e le aggressioni delle baby gang. «La cannibalizzazione di auto è un vero e proprio allarme sociale, si tratta di un fenomeno crescente a opera di bande organizzate di professionisti. Proprio per questo il prefetto ci ha confermato che chiederà agli organi inquirenti di portare avanti attività di indagine specifica», ha detto Tosi.
Mentre Bisinella ha sottolineato: «Cafagna ci ha detto che la prefettura è a conoscenza dei luoghi più battuti dalle baby gang e che sarà rafforzato il presidio proprio in quelle aree sensibili, soprattutto di sera e nei fine settimana. In questi mesi sono accaduti troppi fatti di violenza, in particolare in centro storico». E a tal proposito, Tosi ha constatato che «il prefetto condivide la necessità di una revisione normativa per contrastare le devianze minorili, nel senso di affiancare all’attività di recupero sociale, una maggiore velocità nel comminare le pene. Si rischia altrimenti una sorta di sensazione di impunità generale e si incentiva di fatto la reiterazione dei reati».

Di grande attualità anche il tema dell'accoglienza dei profughi. La Caritas ha infatti quasi ultimato il cas (centro di accoglienza straordinario) che potrebbe essere attivato in Via Sant’Angela Merici, nel quartiere Filippini. «Cafagna ci ha detto che la prefettura non ne ha ancora autorizzato l’apertura e che sono in corso i dovuti controlli per accertare la sicurezza pubblica e l’idoneità della struttura - ha detto Bertaia - Il quartiere Filippini, per popolazione residente, conformazione delle strade e scarsa illuminazione è la zona più inadatta per ospitare un centro di accoglienza, pertanto abbiamo chiesto al prefetto di poter individuare destinazioni alternative e logisticamente più funzionali all’accoglienza, in particolare tra le tante proprietà dismesse dello Stato o della diocesi».

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