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Tosi sul patrimonio comunale: "Nessun beneficio dal nuovo decreto"

Il primo cittadino scaligero non ha mancato di far sapere la sua posizione sul testo in conversione al Senato. Per il sindaco lo stato così porterebbe via beni immobili ai comuni pagandoli solo un quarto del valore.

Critico come sempre sull'operato di questo governo di tecnici, il sindaco di Verona Flavio Tosi non ha mancato ieri di far sentire la sua voce e di comunicare ai professori il suo punto di vista sulle ultime proposte politiche. ''Non si capisce la soddisfazione di alcuni sindaci per la valorizzazione del patrimonio dei comuni, prevista nel decreto in corso di conversione in Senato". Così come è stato impostato dal Governo, il decreto prevede infatti che, dopo il conferimento dei beni immobili ai fondi pubblici, agli Enti territoriali spetti il 75% della corrispondente quota mentre, ''compatibilmente con la pianificazione economico finanziaria dei fondi gestiti'', la restante parte sia corrisposta in denaro.

"Come sindaco di Verona non posso che essere deluso da questa impostazione, che per i comuni italiani rappresenta una nuova e ulteriore penalizzazione. Se questo decreto passasse nella maniera in cui viene proposto dal governo, infatti, lo Stato potrebbe mettere i beni immobili dei comuni in un fondo gestito a livello centrale, per corrispondere in un secondo momento (forse) il 25% del valore dell'immobile conferito tramite la Cassa Depositi e Prestiti. In pratica: lo Stato incamera il bene dell'Ente locale, restituendo un quarto del suo valore, compatibilmente con la pianificazione dei fondi. Se la valorizzazione del patrimonio è questa, i comuni italiani non ne avranno alcun beneficio''. Questa la posizione del Sindaco di Verona Flavio Tosi sul decreto in corso di conversione al Senato

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