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Flavio Tosi e il "goto de bianco" nella Verona zona gialla plus

Non ha gradito l'ultima ordinanza del governatore Zaia il consigliere Flavio Tosi: «È demenziale»

Che Flavio Tosi avesse un talento attoriale innato, a molti era già apparso evidente da quando l'ex primo cittadino scaligero aveva iniziato, ormai diversi anni addietro, a fare un uso creativo dei social. Non sarà forse bello come Gregory Peck o Cary Grant, ma il consigliere comunale Flavio Tosi certo è che nel suo ultimo video messaggio ha dato il meglio di sé: una pillola comica da bar, frizzantina come il goto de bianco che, tra un tira giù e un tira sù la mascherina, il nostro candidato all'Oscar si è concesso in un'assolata piazza Bra. E, divertissement a parte, il messaggio politico mandato da Flavio Tosi è stato altresì incisivo, senza remore e concessioni di sorta.

«Bar e ristoranti nel Veneto zona gialla plus: ormai siamo alle ordinanze demenziali!», tanto lapidario e intransigente suona infatti il commento dell'ex sindaco di Verona Flavio Tosi in riferimento all'ordinanza regionale del presidente del Veneto Luca Zaia, responsabile di aver imposto l'obbligo della mascherina fuori di casa, sempre, anche quando si è seduti al bar e al ristorante, salvo che mentre si stanno consumando cibi, bevande o tabacchi. 

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«Questo è l'esito dell'ultima demenziale ordinanza, - spiega il consigliere comunale di Verona Flavio Tosi - che prevede che solo quando mangi o bevi qualcosa tiri giù la mascherina, altrimenti la devi tenere su, poi tirare giù e ritirare su». Tosi quindi spiega invece che secondo lui il vero criterio dovrebbe essere «la distanza interpersonale, se c'è la distanza tra le persone sedute, massimo in quattro al tavolo, la mascherina puoi tenerla giù».

Lo stesso ex sindaco Flavio Tosi quindi aggiunge: «Il problema di fondo poi è che non sono i bar e i ristoranti ad aver fatto partire il contagio, perché il contagio è ripartito a fine settembre con la ripresa del trasporto pubblico, gli autobus strapieni e le metropolitane strapiene. Non è un problema di bar e ristoranti che a luglio ed agosto sono stati aperti, hanno lavorato e non è successo nulla. Quindi, - ha concluso la sua disamina Flavio Tosi - si scarica sugli esercenti una responsabilità che non è loro, dandogli oneri e rischi, ma è demenziale perché a questo punto meglio la zona rossa, chiudere tutto e avere dei rimborsi certi, invece che mettere nelle condizioni di non lavorare, perché così non è lavorare».

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