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«Sinergia tra teatri del Triveneto non tolga a Verona la sua indipendenza»

La consigliera comunale Bertaia ed il deputato Tosi: «Confine tra sana e giusta collaborazione dei teatri del triveneto e un annacquamento dell'identità del nostro teatro è sottile»

Questa mattina, 18 febbraio, nell'aula magna della Fondazione Toniolo, si è tenuto un seminario dal titolo: "Un teatro triveneto forte, inclusivo e condiviso". Un evento che, già nella presentazione, voleva essere una «preziosa occasione di confronto tra le principali istituzioni e le realtà teatrali venete, con l'obiettivo di creare una rete rilevante sul piano nazionale». Una meta auspicabile, anche se da Verona chiedono rispetto per l'indipendenza delle istituzioni culturali scaligera. «Negli anni scorsi è stata indebolita l'indipendenza dell'Estate teatrale veronese e delle altre rassegne, avvicinandole all'orbita di Venezia e del Teatro Stabile del Veneto. Non vorremmo che si proseguisse su questa strada». A dirlo è stata la consigliera comunale Anna Bertaia ed il deputato di Forza Italia Flavio Tosi.

Bertaia e Tosi hanno sottolineato: «Il confine tra una sana e giusta collaborazione dei teatri del triveneto e un annacquamento dell’identità del nostro teatro è sottile. Dal 2019 il direttore artistico dell’Estate teatrale veronese è Carlo Mangolini, un professionista che è anche una figura di spicco del Teatro Stabile del Veneto. E questa mattina si è tenuto un seminario che discute e invita a rafforzare la sinergia tra teatri triveneti. Ci mancherebbe che non fossimo d’accordo, ma poi per come è stato organizzato, declinato nei contenuti e per i relatori in scaletta, non vorremmo fosse stato un evento che, sotto traccia, tenti di proseguire nell’omologazione della specificità del teatro veronese a favore di Venezia. La cultura è marchio di una città, ne rappresenta e ne rafforza l’identità, la rende viva, vivace e ne accresce il valore. Verona ha una lunghissima e prestigiosa tradizione teatrale che spesso ha toccato livelli di riconoscibilità internazionale. Ma non solo, tutt’oggi sul piano delle competenze, delle professionalità che vi lavorano, degli artisti coinvolti e delle potenzialità economiche, il nostro teatro può continuare a realizzare grandi progetti mantenendo la sua indipendenza. Per questo non vorremmo che inopinatamente, che sia per volontà o per inerzia, si svilisse del tutto il nostro teatro consegnandolo di fatto sotto l’egida veneziana».

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