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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Bando accoglienza 1.200 migranti a Verona: «Non significa nuovi arrivi, i numeri sono in calo»

Il tavolo di coordinamento degli enti gestori ha spiegato che i 1.200 posti cui fa riferimento il bando della prefettura (in scadenza al termine dei due anni canonici), non fa altro che riferirsi alle persone già «attualmente presenti nei centri di accoglienza sul territorio veronese» che «sono 1.192»

La questione sollevata nei giorni scorsi dal deputato veronese della Lega Vito Comencini in relazione al nuovo bando per l'accoglienza dei migranti, ha inaugurato una vera e propria querelle politica diffusa tra il piano locale e quello nazionale. Il sindaco di Verona Sboarina se l'è presa con il ministro dell'Interno Lamorgese, mentre l'On. Comencini ha rivolto un invito al governo di cui il suo partito fa parte integrante, così come il consigliere comunale Bertucco ha ricordato ad entrambi in una nota: «La Lega non sta al governo? E allora perché viene a piangere a Verona? - si è chiesto retoricamente Bertucco - E Sboarina ha informato della sua contrarietà al rinnovo del bando migranti il suo alleato di maggioranza, la Lega?».

Polemiche politiche a parte, sull'argomento sono intervenuti anche gli enti che di fatto si occupano dell'accoglienza migranti sul territorio veronese, cercando di portare un po' di chiarezza su una vicenda che, come spesso accade, patisce le "incrostazioni" delle prese di posizione politiche. «In relazione agli ultimi articoli usciti sulla stampa veronese con oggetto i nuovi bandi prefettizi per la ricerca di 1.200 posti per richiedenti protezione internazionale, come enti direttamente coinvolti vogliamo poter fare chiarezza su alcuni punti». Così si legge dunque in una nota firmata da "Il tavolo di coordinamento degli enti gestori" che poi prosegue: «L’accoglienza sul territorio veronese non sta affrontando nessun tipo di emergenza. I numeri delle persone accolte sono in costante calo, nell’ultimo anno molte persone hanno lasciato le strutture di accoglienza dopo aver ricevuto il permesso di soggiorno».

Quindi, un primo elemento di "chiarezza" starebbe nei numeri: non c'è un'emergenza in atto poiché il bando di quest'anno cercherebbe la disponibilità per 1.200 migranti, mentre quello del 2019 ne chiedeva 1.900. Così, infatti, si legge nella nota a firma degli enti gestori l'accoglienza: «Per comprendere la richiesta dei posti della Prefettura è sufficiente paragonare questi numeri a quelli del 2019: nel bando di due anni fa erano richiesti 1.900 posti (1.200 in appartamenti, 400 posti in centri collettivi fino a 50 posti, 225 posti in centri collettivi sopra i 50 posti e infine 80 posti in centri di proprietà demaniale). Ora, nel 2021, i posti richiesti sono 1.200 totali (950 in appartamenti, 150 in centri collettivi sotto i 50 posti totali e 100 in un centro collettivo da 51 a 100 posti totali). Le persone attualmente presenti nei centri di accoglienza sul territorio veronese sono 1.192, a fronte delle 1.720 presenti nel 2019».

Il ragionamento che viene quindi portato avanti da chi quotidianamente gestisce l'organizzazione sul territorio per accogliere i migranti a Verona è, quindi, che a fronte di tali numeri paventare lo spettro di un "anomalo" cospicuo arrivo di richiedenti asilo sia del tutto ingiustificato. «Crediamo sia evidente, da questi dati, che la Prefettura e il Ministero non prevedano nessun massiccio arrivo sulla nostra provincia, - chiarisce il tavolo di coordinamento degli enti gestori - ma semplicemente hanno il dovere di ripetere le procedure di gara che scadono ogni 24 mesi: il nuovo bando cerca sistemazione per i 1.192 richiedenti asilo già presenti sul territorio, con un discostamento di posti nuovi pari a 8 unità su 1.200 posti».

A voler leggere attentamente le parole dello stesso deputato scaligero Vito Comencini che aveva inaugurato il dibattito sul tema, vi si troverebbero tutto sommato delle conferme indirette. L'On. Comencini, infatti, non afferma che a Verona arriveranno nuovi 1.200 migranti, ma spiega soltanto che il bando era «in scadenza e quello nuovo prevede delle regole diverse per il protocollo Covid». È a questo punto che il deputato della Lega lascia crescere il seme del "dubbio": poiché tra le nuove regole si parla di «abitazioni con metrature più ampie», evidenzia l'On. Comencini, non è che poi «quando l’emergenza legata alla pandemia scemerà» chi gestisce l'accoglienza, trovandosi con spazi più grandi, potrà così accogliere un numero maggiore di migranti? L'On. Comencini era addirittura arrivato a paragonare Covid-19 al famoso "cavallo di Troia": insomma, grazie al virus alla fine gli unici a guadagnarci sarebbero i "famigerati" migranti che potrebbero così in futuro giungere in Italia, e in particolare proprio a Verona, in un numero ancora più elevato perché ad attenderli ci sarebbero stanze ancora più grandi ottenute "grazie" alle normative anti contagio. 

Il tavolo di coordinamento degli enti gestori, in merito, offre invece un'altra possibile lettura delle cose: «Ci teniamo anche a precisare che nel nuovo bando sono state inserite regole più stringenti sulla qualità dell'accoglienza: le strutture devono rispettare una metratura minima per ogni persona, è richiesto più personale nelle strutture, viene reinserita la necessità di corsi di lingua italiana e di percorsi di orientamento del territorio. Questo bando per il territorio non significa nuovi arrivi, significa invece qualità più alta di accoglienza delle persone che sono già qui: questo miglioramento sul territorio si traduce in più vigilanza, controlli più efficaci delle strutture e l’attivazione di progetti di integrazione».

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