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Tav Verona-Brennero, Segala: «Il progetto preliminare ancora non c'è»

L'assessore all'urbanistica del Comune di Verona replica il PD ed al suo allarme per gli espropri. «Finché le integrazioni all'accordo del 2013 non saranno approvate, la progettazione non partirà»

Il presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto ha recentemente approvato una delibera per prevedere un'integrazione al protocollo d'intesa firmato nel 2013 da Ferrovie dello Stato e dagli enti territoriali interessati dal tracciato dell'Alta Velocità Verona-Brennero. Tra i suggerimenti avanzanti, c'è «l'interramento dei quattro binari, per la tratta che attraversa i centri abitati dei quartieri di Chievo, La Sorte, Croce Bianca e San Massimo», a Verona. Inoltre, Scalzotto chiede anche di valutare la fattibilità di realizzare una fermata in zona San Massimo, idea presente anche nel piano per la mobilità sostenibile che il Comune di Verona sta redigendo.

L'integrazione sottoscritta da Scalzotto, ora, deve passare al vaglio del consiglio provinciale e dei consigli comunali di Verona, Pescantina e San Pietro In Cariano. «Con quali tempi?», si è chiesto il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, che ha aggiunto: «A cosa serve una fermata se l'amministrazione in carica non sceglie fin da adesso di puntare con decisione su un sistema metropolitano ferroviario? Nel Pums ci sono anche buone idee. Mancano però tutti i progetti e i finanziamenti. Anzi, manca proprio una discussione di base. Che sia dunque semplicemente una delibera elettorale?».

E sul documento della Provincia di Verona ha polemizzato anche il Partito Democratico. Per il senatore Vincenzo D'Arienzo e per il consigliere comunale Federico Benini «il Comune di Verona ha rallentato la realizzazione della Tav Verona-Pescantina. Ha tenuto fermo tutto per due anni e ha fatto credere che non avesse il progetto preliminare consegnato nel settembre 2018. L'atto della Provincia di Verona è l'ulteriore conferma che il progetto preliminare esiste e che deve essere adeguato alla luce delle nuove richieste. Questo grave ritardo è stato uno dei motivi per i quali l'apertura della linea ferroviaria veloce verso nord è slittata dal 2026 al 2028/2029».
«Ancora più grave il fatto che, nonostante il progetto preliminare del 2018 contenesse anche gli espropri nelle zone di San Massimo, Chievo e La Sorte, nell'attuale aggiornamento del protocollo del 2013 non se ne parla - concludono i due esponenti del PD - È assurdo che nell'atto integrativo non c'è alcun impegno del Comune verso i residenti che saranno espropriati delle loro abitazioni per consentire la costruzione delle gallerie previste. Le schede tecniche del progetto preliminare 2018 contengono i terreni e gli immobili che saranno oggetto di espropri. Nonostante questo, non vi è alcun cenno alle compensazioni a favore dei residenti che saranno espropriati. Eppure, ancora otto anni fa il Comune si era impegnato a trovare un terreno con caratteristiche analoghe alle zone interessate dai lavori ove ricostruire le nuove abitazioni»

A D'Arienzo e Benini, ha replicato l'assessore all'urbanistica di Verona Ilaria Segala. «Sull'Alta Velocità Verona-Brennero, e di conseguenza anche per la tratta Verona-Pescantina, l'ultimo documento ufficiale approvato dalla giunta comunale a fine estate 2020 è l'atto integrativo del protocollo stipulato nel 2013 - ha detto Segala - Un'integrazione fortemente sollecitata dal Comune stesso e che per proseguire con gli step successivi necessita dell'approvazione di tutti gli altri enti coinvolti, a cominciare dalla Provincia, ma anche i comuni di Pescantina e San Pietro In Cariano. Finché il documento non sarà approvato e sottoscritto da tutte le parti interessate, la situazione rimarrà nello stato attuale delle cose, ovvero in totale assenza del progetto preliminare, il cui iter è conseguente all'ok definitivo dell'atto integrativo. Ad oggi, quindi, sulla Tav Verona-Brennero, non esiste alcun progetto preliminare perché fino ad oggi non ci sono state le condizioni per permetterlo. E in mancanza di un progetto che metta nero su bianco e definisca nei dettagli il tracciato della nuova linea ferroviaria, è prematuro avviare le procedure relative ai terreni che saranno espropriati. Il progetto preliminare menzionato da D'Arienzo non esiste ancora perché le procedure per avviarne la redazione non sono ancora concluse. E mi stupisco che il senatore non lo sappia. L'integrazione al protocollo 2013 è stata sollecitata dal Comune di Verona che infatti l'ha approvata già l'anno scorso, ma finché tutti gli enti non lo avranno approvato non può partire il conto alla rovescia della progettazione e delle fasi successive. Quello che più spiace, di questo atteggiamento irresponsabile, è far credere ai cittadini cose totalmente inesatte, con il rischio di creare solo inutili timori».

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